Una buona parte degli elettronici, alla domanda se è possibile usare diodi
in parallelo, risponderà, scandalizzata, che è impossibile, è una pessima
idea, è una assurdità, ecc.
Forse, inserendo una resistenza in serie ad ogni diodo la cosa può essere
discussa, ma resta sempre una idea balzana.
Nelle FAQ, un costruttore di semiconduttori dice:"Non
è consigliabile collegare due diodi in parallelo. Ogni
diodo ha una tensione diretta leggermente diversa; anche i
diodi con lo stesso codice non sono perfettamente abbinati. Se
due diodi sono collegati in parallelo, quello con la caduta di tensione più
bassa condurrà la maggior parte della corrente. Nei
progetti ad alta corrente in cui le correnti nominali dei diodi possono
rappresentare un problema, utilizzare diodi con una corrente nominale più
elevata invece di collegare più diodi in parallelo".
Cosa si oppone, dunque, al collegamento di diodi in parallelo?
Essenzialmente le considerazioni relative alla curva di conduzione che non
può essere identica per i due diodi. L'impatto della forward voltage
dispersion e gli effetti termici sono gli elementi chiave.
Sicuramente il problema del calore rispetto alla conduzione è l'elemento più
noto. Tutte le critiche al parallelo di diodi si basano sul fatto che, con l'aumento della temperatura, il diodo riduce la sua
resistenza diretta e quindi tende ad assorbire una corrente maggiore. Questo
provoca un thermal runaway : in una coppia di diodi in parallelo, se uno dei due elementi presenta una
curva di conduzione diversa dall'altro, uno dei due condurrà più dell'altro. Con questo, aumenterà la sua
temperatura, con un aumento della corrente; se la temperatura dei diodi è
diversa, in breve il diodo andrà fuori servizio.
Trascuriamo
il caso dei diodi SiC, che, avendo coefficienti Tc e Vf positivi, presentano
il minor problema nella connessione in parallelo.
Invece, consideriamo quanto afferma un altro grosso costruttore di semiconduttori
che, in una sua AN, dice:"L'uso di diodi in parallelo è comune nella progettazione dell'elettronica di
potenza".
E, se non fosse così, un elevato numero di alimentatori switch mode non
potrebbe funzionare e, probabilmente tra questi, anche quello che c'è nel vostro PC.
Invece, funzionano!
Vediamo alcuni esempi.
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In un gran numero di alimentatori
switch mode, il tipo di diodo più comune è costituito da una coppia di
diodi in un case TO220 o TO247.
Si tratta di packages che sono facilmente
collegabili ad un dissipatore.
La disposizione con katodo comune è la più usata, ma esistono anche
doppi diodi con anodo comune o in controfase. La situazione più semplice è quella
del parallelo dei due diodi. |
Questo è comune in un gran numero di alimentatori
switch mode e non solo. Alcuni tra i tanti schemi reperibili in rete:
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Qui abbiamo D6/D28/D13: i doppi diodi sono in parallelo e
anche il parallelo dei due diodi di D7 con un diodo di D9. |
Parallelo dei due diodi di un doppio diodo. |
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Due doppi diodi con gli elementi in parallelo |
Doppi diodi in parallelo in una application di Infineon |
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Due doppi diodi in un alimentatore di Inwin con snubber RC
(R24/C19 e R23/C18). |
Diodi in parallelo in un alimentatore di Delta. |
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Diodi in parallelo in un alimentatore di Delta con snubber
RC. |
Diodi in parallelo con snubber RC. |
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Diodi in parallelo in un evaluation module di TI |
Load share evaluation
board NXT |
E' quanto mai comune anche il parallelo di due doppi diodi. Alcune foto di implementazioni pratiche:
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Un doppio diodo in package TO220 e uno un package TO247 in
parallelo con elementi identici, fissati sul lato opposto dello stesso
dissipatore (rimosso nella foto per evidenziare i diodi sull'altro
lato).
Notare le perline di ferrite sui terminali degli anodi allo scopo di limitare
disturbi a frequenze elevate.
Al lato destro sono visibili due resistenze di bassissimo valore ohmico usate
come sensori per la protezione di sovra corrente (OCP).
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Stessa situazione della foto precedente. I doppi diodi in
primo piano sono in parallelo con altri identici posto sul retro del
dissipatore.
Questa configurazione è comune ad un gran numero di alimentatori.
I diodi sono isolati dal dissipatore con pad termoconduttivi (grigi).
Le viti sono fissate con una lacca per evitare l'allentamento.
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Ogni doppio diodo ha in parallelo un identico elemento sull'altro lato del
dissipatore.
Qui i pad sono di colore rosso ed è stata aggiunta della pasta
termoconduttiva..
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Possibilità di aggiungere diodi in parallelo.
Si tratta
di un modello da 350W; i diodi vengono aggiunti nel modello da 650W.
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Alcune viste del lato saldature.
Non ci sono resistenze in serie ai diodi delle coppie.
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Lato saldature: sono evidenziate le coppie di doppi diodi
in parallelo.+ |
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Altro esempio di coppie di doppi diodi in parallelo. |
Il
parallelo di doppi diodi è comune anche per più di un package: si possono trovare paralleli di
3, 4 o più elementi doppi
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Tre doppi diodi in parallelo. Osserviamo che si tratta sempre di elementi in TO220 che si
prestano bene ad essere collegati alla stessa aletta di raffreddamento in modo
da avere la temperatura quanto più possibile simile.
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Se il parallelo di diodi Schottky è ritenuto meno critico dei comuni diodi al
silicio, il parallelo viene effettuato anche per i ponti raddrizzatori sul lato ca,
sopratutto in alimentaro da 500W in su, come vediamo nelle immagini qui sotto.
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Coppia di ponti sul lato ca di un modulo di alimentatore
industriale ridondante di ottima marca. Da notare il fissaggio dei due alla stessa
aletta di raffreddamento.
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Coppie di ponti in un alimentatori di ottima marca, sempre su una aletta di raffreddamento.
Osserviamo che viene usata una pasta termoconduttiva per il migliore
accoppiamento dei semiconduttori sul dissipatore.
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A lato, le piste del circuito stampato.
Da notare le
fessure per aumentare l'isolamento tra i pin dei ponti e, in alto, la
"croce" di un sistema di scarica di emergenza per
sovratensioni.
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Di questi esempi se ne possono portare a centinaia, ma pensiamo che siano
sufficienti per dimostrare una certa divergenza tra teoria e pratica.
Nonostante l'opposizione della
teoria, diodi in parallelo sono un fatto comune, non solo in alimentatori
low-end, ma anche in prodotti di grossi brand e perfino di costruttori di
semiconduttori.
Quanto detto all'inizio contro il parallelo di diodi presuppone che i diodi abbiano parametri sufficientemente
diversi e stiano a diversa temperatura.
Il primo punto potrebbe essere minimizzato dal fatto che, se usiamo diodi della stessa
serie e lotto produttivo, avremo poche possibilità che i due elementi siano
troppo diversi.
Il secondo punto viene minimizzato dal collegare termicamente i diodi
strettamente uno all'altro, come vediamo in tutti gli esempi precedenti.
Se uno dei componenti scalda più dell'altro, la temperatura risulta condivisa
e si finisce per arrivare ad un equilibrio che impedisce il thermal runaway.
Ci si può chiedere perchè collegare diodi in parallelo.
Se
la corrente di carico è maggiore della corrente nominale di un singolo diodo,
la soluzione che parrebbe più semplice è quella di scegliere un semiconduttore cha abbia
le caratteristiche adeguate.
Per contro, ci sono almeno tre punti da considerare:
- il costo: un elemento che porti una corrente maggiore, dove disponibile, avrà
un costo decisamente più elevato.
- le dimensioni: il case dovrà essere proporzionato alla maggiore
dissipazione di potenza e può essere difficoltoso trovargli un posto adeguato
nel circuito.
- la dissipazione del calore: più package in parallelo consento una riduzione
della temperatura rispetto ad un unico package. Con il parallelo di due doppi
diodi, le resistenze termiche tra
giunzione e dissipatore si trovano anche loro in parallelo e vengono
dimezzate: i componenti dissipano meglio il calore.
Sostanzialmente, il parallelo di diodi consente di ottenere correnti
maggiori e riduzione del calore.
Questo punto è utilizzato ampiamente negli alimentatori PC zero-noise,
ovvero senza ventola di raffreddamento.
Fondamentalmente, va notato che la maggior parte del calore viene dissipata non
tanto dai transistor dello switch quanto dai diodi di raddrizzamento. Per ridurre questo effetto, che, assieme a
dissipatori ben disegnati, nel raddrizzamento finale
vengono usati numerosi diodi in parallelo, anche 4 coppie di TO247, col
risultato di avere una minore produzione di calore in quanto la corrente si
distribuisce su molti rami, ognuno dei quali ha un proprio contatto con il
dissipatore..
Conclusione.
Comunque la pensiate, se pure le obiezioni al parallelo di diodi siano
teoricamente corrette, nei fatti questa pratica è quanto mai presente; grandi
nomi dell'elettronica e costruttori di semiconduttori non esitano ad applicare
diodi i parallelo nei loro progetti. Sono tutti incompetenti?
Sono reali le obiezioni relative alla leakage current (la corrente di
perdita del diodo), che aumenta con il numero degli elementi in parallelo. O
la capacità, che pure aumenta. Ma si tratta di due elementi del tutto trascurabili
nelle applicazioni di potenza.
La conclusione è che i teorici continueranno a
imprecare contro i diodi in parallelo, mentre attorno a loro milioni di
alimentatori funzionano con diodi in parallelo. Può non piacere, ma è così.
Informazioni ulteriori.
Va detto che, senza una certa base teorica, collegare "a caso" diodi
di potenza in parallelo può non essere una buona idea.
Però, volendo o dovendolo fare, una lettura alla documentazione tecnica
sull'argomento può essere molto utile. Ecco alcuni link:
- Serial and parallel combinations of diodes: equivalence formulae and
their domain of validity - Université de Haute-Alsace
- Parallel operation of power rectifiers - ST - AN
599
- Parallel operation of power rectifiers - ST -
DSA631252
- The thermal runaway law in schottky - ST - AN1542
- Current sharing in parallel diodes - ST - AN4381
- Parallel Schottkys as secondary rectifiers in flyback adapter -
Nexperia - AN11358
- Basics of Ideal Diodes - Texas - SLVAE57b
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