Quanti LED si comandano da un
pin ?
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Quanti LED si comandano da un
pin ?
La risposta parrebbe semplice: uno.
La configurazione è quella classica, con il carico appeso alla Vdd (o verso la
Vss).
Ogni pin comanda un LED, che ha in serie la relativa resistenza.
1 PIN - 1 LED: prima versione
La configurazione è quella classica, con il carico appeso
alla Vdd.
Ogni pin comanda un LED, che ha in serie la relativa resistenza.In questo modo è possibile alimentare LED (o altri carichi) fino
alla capacità di corrente dell' I/O, tipicamente 25 mA massimi, anche
è consigliabile stare sotto questo valore, per sicurezza (Una discussione approfondita su questo
aspetto è consultabile qui).
Con questa configurazione è possibile accendere e spegnere entrambi
i LED.
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fig.1 |
La tabella riporta le possibili condizioni
Pin B |
Pin A |
LED 2 |
LED 1 |
0 |
0 |
on |
on |
0 |
1 |
on |
off |
1 |
0 |
off |
on |
1 |
1 |
off |
off |
0 = livello basso 1 = livello alto |
Altrettanto per la configurazione con il comune alla Vss
Per il carico verso la Vss (GND) la logica di comando è
invertita rispetto alla situazione precedente.
Pin B |
Pin A |
LED 2 |
LED 1 |
0 |
0 |
off |
off |
0 |
1 |
off |
on |
1 |
0 |
on |
off |
1 |
1 |
on |
on |
0 = livello basso 1 = livello
alto |
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fig.2
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Per quest'ultima applicazione esistono anche LED bicolori,
ovvero con due emettitori di luce di diverso colore in un solo contenitore
LED rosso/verde Kingbright L59EGW
(Rs cat. 228-5764)
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Questi LED bicolori sono normalmente realizzati a catodo
comune; il fatto che entrambe le sorgenti siano molto vicine e nello stesso
contenitore fa si che si possono presentare colori diversi a seconda che sia
acceso uno oppure l' altro o entrambi gli emettitori e si può giocare anche
su sfumature intermedie comandando in PWM i due LED separatamente.
Quanti LED posso accendere ?
Il limite è dato dalla massima corrente che il
microcontroller può gestire. Per i PIC in package DIP solitamente la massima
corrente che può essere assorbita dalla Vdd è 250 - 300 mA.
Quindi se vogliamo comandare 16 LED da 20 mA ciascuno, superiamo ampiamente
questo limite e non sarà possibile che tutti siano contemporaneamente accesi.
Possiamo considerare ragionevole, dato che sarà necessario lasciare un
margine di sicurezza e un ulteriore margine per la corrente consumata dalle
altre parti del microcontroller, non superare in alcun caso un centinaio di mA
continui, ovvero 5 LED a 20 mA o 10 LED a 10 mA. Minore stress per il
microcontroller sarà il caso di una gestione impulsiva dei LED, con tempi di
on minori del 100%.
2 PIN - 2 LED
Altro modo di comandare un paio di LED è quello di utilizzare
due pin, scambiandone alternativamente il livello.
II LED sono in controfase: occorre che entrambi pin
siano configurati come uscita e abbiano livello diverso.
I LED sono spenti se i livelli sono uguali.
Pin B |
Pin A |
LED 2 |
LED 1 |
0 |
0 |
off |
off |
0 |
1 |
off |
on |
1 |
0 |
on |
off |
1 |
1 |
off |
off |
0 = livello basso 1 = livello
alto |
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fig.3 |
Anche questa configurazione permette di spegnere entrambi i LED
o di accenderne uno alla volta, ma si devono utilizzare sempre due
pin
La resistenza di limitazione è unica, dato che solamente
uno dei due LED è acceso.
Per questo tipo di collegamento esistono in commercio
LED controfase in un unico contenitore, anche di colori diversi.
Kingbright L-937EGW
(RS cat.228-5641)
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Anche in questo caso, il fatto che entrambe le sorgenti siano
molto vicine e nello stesso contenitore fa si che si possono presentare colori
diversi a seconda che sia acceso uno oppure l' altro o entrambi gli
emettitori.
Per poter farli risultare, ad un osservatore, accesi entrambi
occorre utilizzare una rapida commutazione dei pin, ad una frequenza superiore
alla minima latenza dell' occhio.
Pin B |
Pin A |
LED 2 |
LED 1 |
0 |
0 |
off |
off |
0 |
1 |
off |
on |
1 |
0 |
on |
off |
1 |
1 |
off |
off |
1/0 > 100 Hz |
on |
on |
Usando LED separati di diverso colore e modello, se la
luminosità non è simile, è probabile che uno dei due colori si
percepisca meno luminoso dell' altro.
La soluzione è semplice: dotare
ogni LED della propria resistenza di limitazione e calcolarla in modo da
ottenere la luminosità voluta (sempre restando nel limite massimo della
corrente erogabile dai pin)
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fig.4 |
Fino a qui abbiamo confermato la risposta data immediatamente
alla domanda: 1 pin - 1 LED.
Ma non può essere certamente solo così...
Ci si può trovare nella necessità di comandare più LED di quanti siano i pin a disposizione o
anche semplicemente di dover aggiungere una segnalazione in più su un progetto
già esistente.
E si scopre che è possibile, con grande semplicità, comandare due LED con un
solo pin di I/O,
La possibilità più semplice parrebbe la seguente:
Il principio di funzionamento è semplicissimo :
- se pin A è posto a livello 0, conduce il MOS verso la Vss: la corrente attraverserà
R1 e LED1, che sarà acceso, mentre LED2 resterà spento
- portando pin A a livello alto, conduce il MOS verso la Vdd: si invertirà lo stato dei LED e ad
accendersi sarà LED2
Viene usata una sola resistenza di limitazione in quanto viene acceso
un solo LED per volta.
Anche qui è possibile "accenderli" entrambi commutando
rapidamente lo stato del pin. |
fig.
5 |
La differenza essenziale rispetto allo schema precedente consiste nel
fatto che non è possibile accendere o spegnere
contemporaneamente entrambi i LED.
Pin A |
LED 2 |
LED 1 |
0 |
off |
on |
1 |
on |
off |
Anzi, se portiamo il pin in tri-state (configurandolo come input) e la V+, ad
esempio 5 V, è maggiore della somma delle tensioni di conduzione dei due LED,
ad esempio uno rosso da 1,7 V e uno verde da 2 V, nel momento in cui nessuno dei
due MOS complementari che comandano l' uscita sul pin shunta uno dei due LED,
fornendo una via per la corrente attraverso la R1, entrambi i LED vanno in
conduzione e senza alcuna resistenza di limitazione in serie! Puff...
Nello schema della fig.5 dobbiamo utilizzare per LED1 e LED2 due elementi che abbiano una
Vf
maggiore della metà di V+.
Allora, portando il pin A in tri-state (configurandolo come
ingresso), nessuno dei due LED sarà acceso, perchè i LED, trovandosi
sostanzialmente in serie (il pin configurato come ingresso assorbe una
corrente trascurabile), sommano le loro tensioni di conduzione e se
Vf LED1 + Vf LED2
> V+
attraverso i diodi non scorrerà che la corrente di perdita dei
semiconduttori, pari a pochi microampere e i LED saranno spenti.
Questo è possibile, ad esempio, usando due LED verdi , con tensione tipica di almeno
2 V e una tensione di alimentazione V+ di 3 V: la tensione di conduzione dei due LED in serie sarà 4 V, maggiore di quella di alimentazione, quindi i LED saranno spenti.
Ovviamente se la tensione di alimentazione è più grande di 3
V, ad
esempio 5 V, e non stiamo usando LED blu o verdi, ma comuni LED rossi, questo non è
possibile, in quanto la somma delle tensioni di conduzione dei LED è inferiore
alla tensione di alimentazione.
Inoltre è probabile che, comandando un LED, la caduta di
tensione su R1 + quella sul MOS interno non sia sufficiente a shuntare
completamente la corrente nell' altro LED, che risulterà acceso, magari solo
debolmente.
Occorre fare qualcosa di diverso:
Usando una resistenza per ogni LED si evita che, mancando il comando,
la corrente nei LED salga oltre i limiti massimi.
Però la situazione non è ancora perfetta, perchè mandando in tri-state il pin, se la Vf dei LED è sufficiente bassa rispetto
alla V+, probabilmente la serie R1-LED1-R2-LED2 farà passare una
corrente sufficiente a mantenere illuminati, anche se debolmente, i due
LED.
Ricordiamo che un LED da 20 mA nominali, si "accende" anche
con 1 o 2 mA o meno.
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fig.6 |
Occorre un ulteriore passo per poter spegnere con sicurezza
entrambi i LED.
Spegnere i LED
Un LED presenta una tensione tipica di conduzione Vf,
dipendente dal materiale con cui è costruito (e quindi, in generale, dal colore
della luce che emette). Al di sotto di questa tensione il LED non conduce (e non
si accende). I valori tipici sono :
Colore |
Tensione Vf [V] |
infrarosso |
1,3 |
rosso |
1,8 |
giallo |
1,9 |
verde |
2,0 |
arancio |
2,0 |
blu-bianco |
3,0 |
blu |
3,5 |
UV |
4 ÷ 4,5 |
Questi sono comunque valori di massima; ogni specifico modello
di LED potrà allontanarsi anche di molti decimi di volt dai quanto indicato e
sarà sempre cosa indispensabile verificare i fogli dati del componente.
Inoltre la Vf varia, a volte sensibilmente, a seconda della corrente che attraversa il diodo.
Si potrà allora ricorrere ad una semplice aggiunta di un
diodo in modo da ottenere nei diodi in serie una
tensione tale aumentare la tensione di conduzione della serie e impedire la circolazione di corrente quando il pin di
comando è isolato.
Ad esempio, utilizzando due comuni diodi universali (1N4148 o
simili), che hanno tensione tipica di 0,6V, e dei LED bianchi, la catena
composta da LED1, LED2, D1, D2 avrà al minimo una tensione di conduzione
di : 3+0,6+3+0,6 = 7,2 V assicurando che i LED siano spenti quando il pin di comando è input. |
fig.
7 |
Se occorre una caduta di tensione maggiore sarà possibile
inserire dei diodi zener a bassa tensione di soglia.
Zener 1/4 W da 2, 2.4, 2.5, 2.7, 3 e 3.3 V sono disponibili da numerosi
costruttori (BZX79, BZX84, MMSZ52, ecc.) possono essere valutati per
questo impiego.
Ad esempio, utilizzando due LED rossi con Vf = 1,7 V, si potranno
inserire degli zener da 2.7 V. La catena
composta da LED1, LED2, DZ1, DZ2 avrà al minimo una tensione di conduzione
di :
2,7+1,7+2,7+1,7 = 8,8 V
assicurando che i LED siano spenti quando il pin di comando è input.
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fig.
8 |
Si potranno utilmente utilizzare piccoli diodi Schottky (Vf tra 0,3 e 0,65 V) o al
germanio per inserire cadute di tensione diverse.
Va notato che le tensioni di conduzione sono valori che hanno un
certo spettro di variabilità all' interno di uno stesso modello di
componente e ancor di più tra famiglie diverse di componenti, per cui , nell'
esempio precedente, anche se teoricamente tutto è ok, in pratica potrà essere
necessario fare qualche prova e misurazione con i componenti che si vogliono
utilizzare.
Per riassumere, la regola generale è :
Va considerato che anche il port ha una sua
resistenza interna che , per piccoli valori di tensione in gioco, può
essere necessario considerare nella somma delle tensioni del ramo quando si
calcola la resistenza di limitazione della corrente.
Abbiamo quindi visto come accendere o spegnere i LED. La
tabella raccoglie lo stato dei LED in funzione della programmazione del pin di
comando :
pin A |
LED1 |
LED2 |
Direzione |
Livello |
output |
0 |
on |
- |
output |
1 |
- |
on |
input |
- |
- |
- |
Esempi di calcolo teorici:
due LED uguali
Nei circuiti delle figure 2, 3 e 4 , la tensione di conduzione di una ramo è pari alla somma
della tensione del LED più quella degli eventuali diodi in serie e questo permette di
calcolare la resistenza R1.
R1 = (V - Vled - Vd) / Iled
dove V è la tensione di alimentazione, Vled la tensione di
conduzione del LED, Vd la tensione di conduzione del diodo e
Iled la
corrente voluta nel LED.
Ad esempio, per la figura 3, per una Iled = 15 mA :
R1 = (V - Vled - Vd) / Iled = (5 - 3 - 0,6) / 0,015 =
93,3 ohm
che potrà essere arrotondato al valore standard più comune
di 91.
Per essere precisi, si dovrebbe tenere conto anche della
caduta interna del MOS del pin di comando :
R1 = (V - Vled - Vd - Vpin) / Iled = (5 - 3 - 0,6 -
0,7 ) / 0,015 = 46,6 ohm
che potrà essere arrotondato al valore standard più comune
di 47.
Più avanti sono riportati alcuni esempi reali.
LED di colore diverso
Ci si può porre il problema dell' uso di LED di diverso
colore, ad esempio uno rosso e uno verde.
In questo caso l' impiego di una sola resistenza fa si che la corrente nel LED
rosso, che ha una Vf minore, sia più elevata di quella nel LED verde, che ha
una Vf maggiore.
Solitamente questo non è un grosso problema, bastando calcolare la R1
e la R2 per una
corrente che renda entrambi i LED sufficientemente visibili nelle condizioni
di uso volute.
Avendo però la necessità di regolare con precisione la
corrente nei due rami, la R1 dovrà essere divisa in due resistenze in
serie ad ogni ramo.
Il calcolo delle resistenze sarà effettuato con il solito metodo.
R1 = (V - Vled - Vd ) / Iled
dove V è la tensione di alimentazione, Vled la tensione di
conduzione del LED, Vd la tensione di conduzione del diodo e Iled la
corrente voluta nel LED
Più precisamente :
R1 = (V - Vled - Vd - Vport) / Iled
dove Vport è la caduta di tensione sui commutatori MOS interni al
port.
Analogamente per il ramo di LED2 |
fig.
9 |
Ad esempio, volendo utilizzare LED 1 rosso (Vf = 1,75 V) e
LED 2
verde (Vf = 2,0 V) , entrambi con una corrente di 10 mA , si potrà utilizzare
una coppia di diodi generici 1N4148 (Vf= 06V) in serie per D1 e un diodo tipo
1N4148 (Vf=0,6V) per D2 :
R1 = (VOH - Vled1 ) / Iled = (4.3 - 2) / 0.01 = 205 ohm
R2 = (VOL - Vled2) / Iled = ( - 2.4) / 0.01 =
240 ohm
In alternativa si potrà giocare sulle cadute di tensione dei
diodi aggiunti per avere una Vf totale per ramo praticamente uguale.
Se pure oltre ai LED sono impiegati altri componenti, rispetto
ad altri metodi, questo
circuito permette, con la massima semplicità, di :
-
azionare due LED con un solo
pin
-
assorbire solo la corrente necessaria ad accendere il LED voluto
-
non
assorbire corrente quando i LED sono spenti.
Infatti, se il pin di comando è posto come ingresso, la corrente nei diodi è quella di
perdita dei due rami in serie, ovvero di pochi microampere (tipicamente < 50
uA), il che ne consiglia l' uso anche in sistemi alimentati a batteria.
E per accendere entrambi i LED ?
Se è immediata la comprensione del sistema di
accensione-spegnimento dei LED, può esserlo meno la via per poter accendere
entrambi.
Ma , a pensarci un attimo, non è poi così complesso: come già
accennato, basta
commutare il pin di comando tra 0 e 1 con una cadenza tale da permettere all'
occhio di conservare l' immagine , quindi dell' ordine dei 100 Hz.
Per i PIC che dispongono
di un modulo PWM, può essere pratico usare l' uscita del modulo e
inserire una routinetta, il che scarica il micro dalla gestione dello
switch del port stesso.
Possiamo quindi completare la tabella precedente:
pin A |
LED1 |
LED2 |
Direzione |
Livello |
output |
0 |
on |
- |
output |
1 |
- |
on |
0/1 > 100Hz
|
on |
on |
input |
- |
- |
- |
-
Tutti i pin GPIO dei PIC che hanno un totem pole in uscita sono utilizzabili per questa
funzione, mentre non lo sono quelli open drain, come è tipicamente il PORTA4
-
E' evidente che la V+ non potrà essere superiore alla tensione
massima ammissibile per l' alimentazione del micro, ovvero tipicamente
5V.
Se sono richieste tensioni di alimentazione maggiori per i LED, sarà necessario
utilizzare un buffer esterno.
-
Per quanto detto al punto 1, alla Vdd non sono
applicabili tutte le possibili combinazioni dei LED esistenti,
sopratutto se è minore di 5 V.
In particolare LED con Vf >3 V non possono essere usati in questa
configurazione, perchè la serie avrebbe una tensione di conduzione maggiore
della Vdd.
-
La corrente massima dei LED non può essere maggiore della
corrente gestita dal port, che per i PIC è tipicamente 25 mA MASSIMI.
Se sono richieste corrent maggiori per i LED, sarà necessario
utilizzare un buffer esterno.
-
Un LED che funga da indicatore su un pannello si accende
bene con correnti inferiori a 20 mA. Inoltre non è molto sensato impiegare
forti (!) correnti per singole segnalazioni : gran parte dei LED si accende
in modo più che adeguato con 5 mA ed esistono LED ad alta sensibilità in
grado di accendersi pienamente con 2 mA o meno. Ovvero, dove non sia
necessario, è più sensato risparmiare energia.
-
La condizione di minore consumo di corrente a LED spenti si
ha utilizzando un port con schmitt trigger o un port analogico.
-
Come già detto, va considerato che anche il port ha una sua
resistenza interna che , per piccoli valori di tensione in gioco,
può essere necessario considerare nella somma delle tensioni del ramo
quando si calcola la resistenza di limitazione della corrente.
|
Esempi pratici
Le prove realizzate praticamente riguardano la possibilità di
collegare LED uguali o diversi per una segnalazione su scheda o sul pannello di
uno strumento. Per questo si sono provati LED rossi, verdi e gialli, dando
particolare rilievo al risparmio energetico.
Es. 1
Con riferimento alla fig. 5, vogliamo comandare un LED1 rosso (Kingbright
L383IDT - Distrelec 253231 ) e un LED 2 verde (Kingbright L383GDT - Distrelec 253232 ) con una Vdd di 5 V.
La corrente nominale di questi LED è prevista dal costruttore a 10 mA, ma con 5
mA la luminosità è più che adeguata.
Se utilizziamo per D1 una coppia D1+D3 di 1N4148 in serie e altrettanto per D2, con i
LED spenti la corrente nella serie è circa 29 uA.
Considerando la Vf di LED1 = 1,8 V , la Vf di LED2 = 2 V e quella dei
diodi pari a 0.6 V , possiamo calcolare le resistenze :
R1 = (Vdd - Vled1 - Vd1 ) / Iled = (5 - 1,85 - (0.7 -
0.7)) / 0.005 = 350 ohm
R2 = (Vdd - Vled1 - Vd1 ) / Iled = (5 - 2 - (0.7 -
0.7)) / 0.005 = 320 ohm
Utilizziamo una R1 da 330 ohm e una R2 da 270
ohm.
Chi dispone di resistenze della serie E24 o E96 ha, ovviamente, una
scelta maggiore.
Collegando a massa o al +V il punto di giunzione delle resistenze,
le correnti misurate saranno :
- LED rosso circa 5,4 mA
- LED verde circa 5.9 mA
che sono valori più
che adeguati .
Se ora rimuoviamo lo switch , colleghiamo il punto di giunzione delle resistenze ad un pin del micro e
commutiamo questo pin, rileveremo una corrente di 5 mA a livello alto
e 5,1 mA a livello basso.
La differenza tra questi e i valori
precedenti è data dalla caduta di tensione sui MOS del port , che non abbiamo
considerato nel calcolo. |
fig.10 |
Volendo aumentare la corrente nei LED , sarà necessario ridurre
le resistenze rispettivamente a 150 e 100 ohm ; le correnti passano a 9,7
mA e 9,2 mA.
Si potrebbe notare che, aumentando la tensione della serie, ad
esempio sostituendo i due 1N4148 con uno zener da 2,7V (BZX84C2V7) la corrente a
vuoto cade a soli 2,8 uA. Però , per ottenere 5 mA di accensione le resistenze
diventa 56 ohm per R1 e 22 ohm per R2.
Se ora eliminiamo il deviatore e colleghiamo il circuito al
micro, ci troveremo a dover abbassare le
resistenze fin quasi ad annullarle. Questa condizione non è molto pratica
in quanto potrebbe capitare una tolleranza dei componenti in una sola direzione che
impedirebbe l' accensione di uno o di entrambi i LED.
Quindi il bilanciamento tra la corrente a vuoto e la soglia di tensione che
assicura l' accensione di ogni ramo deve essere valutata con un poco di buon
senso.
Per curiosità, il port utilizzato per il test, in ingresso,
assorbiva circa 0,12 uA.
Es. 2
Sempre con riferimento alla fig. 5, i LED da azionare sono :
LED1 rosso (HLMP4700 - RS 590547) e LED2 giallo (HLMP4719 - RS 590569 ). Si tratta di modelli a
bassa
corrente (2 mA tipici).
Utilizziamo ancora 4 diodi 1N4148; si otterrà una corrente a vuoto di
circa 48 uA nella serie.
Utilizzando una R1 da 860 ohm e una R2 da 820 ohm, le correnti saranno
rispettivamente 2,14 mA e 2 mA.
Es. 3
Utilizzando due LED uguali, ad esempio rossi (HLMP4700 - RS 590547), al
posto di R1 e R2 basta collegare una sola R tra il pin di controllo e il punto
di giunzione delle due serie di diodi.
Utilizziamo ancora 4 diodi 1N4148; si otterrà una corrente a vuoto di
circa 70 uA.
Inserendo una R da 820 ohm, le correnti nel LED collegato al +V e in quello
collegato a massa saranno
rispettivamente 2.2 mA e 2,18 mA. La differenza, per quanto
riguarda la luminosità valutabile a occhio, è impercettibile.
1 Pin - 2 LED ver. 2.0
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Possiamo anche accendere due LED attraverso un solo pin con questo
collegamento.
Il funzionamento è semplice: quando il pin è a livello basso,
condurrà LED2, che sarà acceso, mentre LED1 sarà spento.
Invertendo il livello del pin, i LED cambieranno lo stato.
Con il pin configurato come ingresso, entrambi i LED saranno spenti.
R1 sarà la resistenza di limitazione di LED1 e R2 quella di LED2. |
La funzione di controllo:
pin |
LED1 |
LED2 |
Direzione |
Livello |
output |
1 |
on |
- |
output |
0 |
- |
on |
input |
- |
- |
- |
L' accensione di entrambi sarà effettuata come nel caso precedente
commutando rapidamente lo stato del pin.
L' unico punto negativo di questa soluzione extra semplice è un passaggio di
corrente tra la Vdd e la massa attraverso R1 in serie a R2 a LED spenti.
Esempio
Utilizziamo un LED bicolore rosso/verde TLUV-5300
di Vishay, con una corrente tipica di 10 mA. Viene data una Vf tipica per il
rosso di 2V (LED1) e 2.4V per il verde (LED2). Con una Vdd=5V calcoliamo le
resistrenze, considerando, a scopo conservativo, anche le cadute di tensione
sui MOSFET del port:
R1 = (Vdd - Voh - Vled1) / Iled = (5 - 0.7 - 2)) / 0.01 =
230 ohm
R2 = (Vdd - Vol - Vled1) / Iled = (5 - 0.6 - 2.4)) / 0.01 =
200 ohm
Se entrambi i LED sono spenti, va persa una corrente:
Ir = Vdd / (R1 + R2) = 5 / (230+200) = 11 mA
Conclusioni
E' possibile collegare con semplicità due LED ad
un solo IO, permettendone il comando completo.
Il vantaggio del primo sistema consiste in una corrente a LED spenti praticamente trascurabile,
ma con la possibilità di regolare la corrente di accensione dei singoli LED.
Il vantaggio del secondo è l' estrema semplicità ed il minimo numero di
componenti a fronte di una certa corrente persa a LED spenti.
Lo svantaggio del primo metodo è la necessità di aggiungere più componenti, ma
questo è un falso problema, dato che si tratta di componenti a basso costo e che occupano uno
spazio trascurabile sul circuito stampato, sopratutto se si utilizzano SMD.
Il circuito si presta bene per apparati a basso consumo, anche alimentati a
batteria. Per contro è poco pratico o non realizzabile per LED a tensioni di
conduzione elevate.
Il secondo metodo è adatto per qualunque tipo di LED con una Vf tale da poter
essere alimentato dalla Vdd e con una corrente non superiore alla portata del
pin di uscita del microcontroller. Per contro, maggiore la corrente che si
vuole nei LED accesi, minore sarà il valore delle resistenze e quindi la
corrente persa a LED spenti; questo non è adatto per sistemi alimentati a
batteria.
In tutti i casi va considerato che, accendendo entrambi i LED con la
commutazione alternata del pin di controllo, la luminosità si ridurrà
un poco a causa del comando a impulsi.
Ovviamente non c'è nessuna controindicazione ad accendere i LED con un PWM per
variarne la luminosità o ottenere effetti di colore.
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