Voltage
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il partitore di tensione
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Un partitore con rapporto variabile.
La più comune applicazione che abbiamo sotto le mani ogni
giorno è quella della manopola del volume di un sistema
di amplificazione audio, dove viene impiegato un potenziometro, ovvero una
resistenza variabile, per applicare una parte più o meno grande del segnale
di ingresso al sistema di amplificazione.
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Il cursore del potenziometro scorre sulla pista resistiva e può
passare da un estremo, dove è direttamente collegato con Vin,
all' altro, dove è collegato con la massa, passando attraverso tutte
le posizioni intermedie.
Si potrà così dosare il segnale Vout come una
frazione di Vin
Vin ≥ Vout ≥ 0
Il potenziometro costituisce un partitore a rapporto variabile,
essendo la R1 e la R2 i due tratti della pista resistiva compresi tra
la posizione del cursore e gli estremi della pista stessa.
E, in effetti, il "potenziometro" prende questo nome dal
fatto di essere stato impiegato originariamente nei ponti di misura di
tensioni (potenziali o differenze di potenziale); ancora oggi è parte
essenziale di ponti di misura per comparazione.
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Se il cursore del potenziometro si trova al 50% della sua
corsa, la tensione Vout sarà il 50% della Vin.
Se il cursore si trova al 75% della sua corsa, verso la Vin,
la Vout sarà pure il 75% della Vin. E
così via.
Questo è inteso per un potenziometro con corsa
"lineare", ovvero una proporzione diretta tra posizione del
cursore e
ripartizione della resistenza. Infatti occorre tenere presente che
esistono potenziometri con proporzionalità posizione/resistenza
differenti, ad esempio logaritmica. Questi ultimi sono di comune impiego
nel campo audio, mentre, in generale, i potenziometri e i trimmer
utilizzati nel campo delle misure e per applicazioni di partizione o
aggiustamento hanno rapporto lineare, proprio per evitare inutili
complicazioni nei calcoli ed avere una risposta lineare nelle
regolazioni.
Un altro appunto potrà essere fatto a riguardo della
precisione: se resistori all' 1% sono ormai da tempo di comune
disponibilità, per potenziometri e trimmer la tolleranza è decisamente
più ampia, essendo solitamente del 10% o più. Questo non va considerato
un difetto, in quanto la funzione del trimmer o del potenziometro è
quella di essere "regolato" entro una certa gamma di valori. Se
questo, all' interno della tolleranza, è possibile, la tolleranza stessa
è semplicemente un fattore di cui può essere necessario tener conto nei
calcoli. Più che la tolleranza sul valore resistivo nominale, potrà
essere, in alcune applicazioni, più importante la linearità del rapporto
resistenza-posizione cursore e/o la stabilità con il variare della
temperatura e dell' invecchiamento. E, dove il cursore è soggetto a
numerosi spostamenti, la qualità del contatto tra esso e la pista
resistiva e la durata di questa rispetto agli azionamenti.
Un potenziometro, o comunque una resistenza variabile,
fanno spesso parte di un partitore aggiustabile.
Partitore "aggiustabile"
Se vogliamo realizzare un partitore con una precisione elevata
occorre utilizzare resistori con precisione elevata. Il problema è che il
costo sale, vertiginosamente per componenti con tolleranze migliori dell' 1%, che possono non essere facili da reperire.
La soluzione può essere quella di rendere "aggiustabile" un
partitore realizzato con componenti commerciali di costo ragionevole e di
facile reperibilità.
Ad esempio, si desidera ottenere un partitore che renda metà
della tensione di ingresso.
In questo caso R1=R2 ed è possibile scegliere un qualsiasi valore della serie
di resistori che abbiamo disponibile. Potremmo utilizzare due resistori da 10k
con una tolleranza 1%.
Se entrambe le resistenze hanno la tolleranza in una sola direzione, i loro
valori si compensano, ma se una vale 10k + 1% e l' altra 10k - 1%, o
viceversa, il partitore diverrebbe impreciso:
R1 |
R2 |
R2 / (R1 + R2)
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10000 |
10000 |
0.5 |
9900 |
10100 |
0.505 |
10100 |
9900 |
0.495 |
Possiamo correggere questa situazione e far si che l' errore sia riducibile a
zero (o quasi...), rendendo variabile una delle due resistenze in modo tale da
compensare qualsiasi variazione propria e dell' altro componente del
partitore.
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Si tratta semplicemente di rendere variabile una delle
due resistenze che compongono il partitore, in modo tale da avere
disponibile una resistenza che possa spaziare a compensare ogni
possibile variazione del valore nominale suo e dell' altra resistenza. Si
aggiungerà un trimmer (che è un potenziometro variabile non con una
manopola, ma con un cacciavite), come quelli visibili qui sotto.
Per migliorare la finezza dell' aggiustamento, alcuni modelli hanno la
pista resistiva distribuita su più giri di regolazione, tipicamente
10 o 20.
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Da notare che qui il trimmer, o potenziometro, è
collegato come semplice reostato, o resistenza variabile; questo si
ottiene connettendo una estremità e il cursore tra di loro. |
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Potremmo anche fare il collegamento a lato, ma NON è mai
consigliabile, in quanto lascia un tratto della pista del
potenziometro "volante" e quindi possibile antenna per
captare disturbo elettromagnetico.
Per cui è sempre buona norma effettuare il collegamento dello
schema precedente.
Inoltre, apparentemente nulla vieta di utilizzare il trimmer in serie a R1
invece che ad R2, ma dove possibile è solitamente preferibile collegare
questo componente alla massa, dato che durante la regolazione, il circuito
potrebbe essere influenzato dall' operatore (energia statica, correnti
indotte, capacità del corpo, ecc).
Altrettanto vale per il trimmer collegato tra il centro del partitore
e la R2 che avrebbe un capo a massa.
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Per calcolare i valori del partitore si può
procedere come segue:
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Scegliamo un trimmer che possa portare il valore R2+Rt
a compensare tutto il range di variazione delle resistenze: R2max-R2min
= 10100 - 9900 = 200 Ω.
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Raddoppiamo questo valore: 200 * 2 = 400 Ω.
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Scegliamo un trimmer che abbia questo valore , o
meglio, uno superiore, dato che anche il trimmer avrà una sua
tolleranza, che spesso è abbastanza ampia (10%-20%).
Il più vicino è 500 Ω, ma
probabilmente 1000 Ω è una scelta
migliore: il trimmer da 500 Ω al
20% potrà avere un valore minimo
di 400 Ω; il trimmer da 1kΩ al 20% potrà essere in realtà da
800 Ω.
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Consideriamo R2 come se avesse il valore minimo
nella sua tolleranza: 10k-1% = 9900 Ω
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Il più vicino valore standard della serie E96 è
9760 Ω.
Il suo valore nella tolleranza potrà variare tra 9760 - 1%
= 9662 Ω e 9760 + 1% = 9857
Ω circa.
Se inseriamo il trimmer Rt, con tolleranza del 10%, in
serie alla R2, la serie potrà variare nel caso peggiore tra
R2max = 9857 Ω
e
R2min + Rtmin = 9662 + 450 = 10112 Ω
Se invece avessimo un trimmer da 500 Ω
al 20%, la somma
R2min + Rtmin = 9662 + 400 = 10062 Ω
non sarebbe sufficiente a pareggiare una R1 al
massimo valore di tolleranza, cioè 10100 Ω.
Si dovrà allora usare il trimmer di valore superiore, ovvero 1000 Ω:
R2min + Rtmin = 9662 + 800 = 10462 Ω
La serie avrà così un valore peggiore compreso tra:
R2min < R2 < R2max
ovvero tra 9662 e 9857 Ω
con
Rt ruotato a zero: in questo caso il valore di R2 sarà comunque
minore del minimo di R1 e basterà aggiungere un poco della corsa di Rt per
pareggiare il valore: con Rt
ruotato a fine corsa, si otterrà un minimo di 10462
Ω , il che è in grado di
pareggiare anche lo scostamento massimo di R1.
In questo modo potremo pareggiare qualsiasi valore assuma R1
all' interno della sua tolleranza, facendo si che la serie R2+Rt
abbia lo stesso valore.
La stessa procedura potrà essere applicata per qualsiasi altro
rapporto di divisione si voglia ottenere dal partitore.
Un vantaggio dell' inserzione del trimmer è quella di
poter utilizzare anche resistenze di valori abbastanza diversi da quelli
calcolati: basterà far si che il valore del trimmer sia in grado di coprire
le differenze.
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