Tutorials - PIC18

 

Passare da PIC16 a PIC18

 



L' oscillatore

Una prima cautela va prestata ai componenti usati per gli oscillatori esterni : la diversa tecnologia di PIC18F potrebbe far si che un certo cristallo con una coppia di condensatori, perfetti per i mid range, qui si trovino a funzionare meno bene. 

Microchip consiglia in special modo di verificare che la partenza e la stabilità dell' oscillatore sia costante per tutto il range di temperatura e di tensioni per cui si prevede il funzionamento del chip, sopratutto se alimentato a bassa tensione.

Nella pratica, per quanto sperimentato fino ad ora, non si sono riscontrati mai problemi utilizzando cristalli adeguati e condensatori di buona qualità ; e neppure si sono riscontrati problemi usando i classici risonatori a tre pin, nè tanto meno con oscillatori integrati a 4 pin esterni, anche in applicazioni operanti con temperature molto basse.

Ciò non toglie che la verifica dell' operatività dell' oscillazione nel range di temperatura e tensione previste per quella applicazione è una pratica assolutamente indispensabile per chi vuole realizzare qualcosa che non funzioni solo per caso sul banco di lavoro. 

Così pure dovrebbe essere inutile ricordare che componenti di origine e caratteristiche ignote possono benissimo essere fonte di problemi difficili da diagnosticare. In particolare, per gli hobbisti, sono da escludere i componenti di recupero di incerta qualità.

Per quanto riguarda le modalità di oscillatore, i PIC18F hanno le classiche XT e HS, per cui si potranno utilizzare senza variazioni i componenti impiegati nei mid range. Quindi, nessuna variazione riguardo a questo punto.

Però, i PIC18 hanno sviluppato una caratteristica presente anche in alcuni PIC16, ovvero la possibilità di utilizzare oscillatori interni e lasciare liberi i pin OSC 1 OSC1 per applicazioni general purpose.

Questo consente di escludere i componenti esterni dell' oscillatore in tutte quelle applicazioni in cui la precisione del clock non è fondamentale (e sono molte), con un sensibile risparmio in termini di costo e spazio.

Se nei PIC16 il range delle frequenze generate era limitato (ad esempio 16F628 può funzionare a 4 MHz senza cristallo), i PIC18 spaziano tra 32 kHz e 32 MHz, coprendo i valori comunemente usati.
Il controllo è effettuato dai bit IRCF2:0 del registro OSCCON:

bit 6-4   IRCF2:0 Selezione della frequenza dell' oscillatore interno INTOSC
             111 =  8MHz
             110 = 4 MHz
             101 = 2 MHz
             100 = 1 MHz  (valore di default al RESET)
             011 = 500 kHz
             010 = 250 kHz
             001 = 125 kHz
             000 = 31 kHz

Oltre a questo, il modulo PLL che moltiplica la frequenza x4  può essere attivato per 4 e 8 MHz, aggiungendo quindi alla lista 16 MHz (4 x 4) e 32 MHz (8 x 4) e coprendo così una gamma assai ampia.

Si può affermare che il cristallo, con i PIC18, diventa molto meno comune che con i PIC16.

Nota: va osservato che la famiglia PIC18F è in continuo sviluppo e la sezione degli oscillatori può assumere prestazioni differenti, sia per la maggior ampiezza delle frequenze disponibili, sia per la diverse modalità. La lettura della relativa sezione del foglio dati del componente scelto è sempre necessaria.

In particolare, se passando direttamente da mid range a 18F si tenderà ad utilizzare gli oscillatori classici, questo non presenta particolari problemi; se però si intende sfruttare uno dei potenti nuovi modi di funzionamento dell' oscillatore, occorre leggere con cura i fogli dati, in quanto, oltre al giusto settaggio dei parametri nel file di configurazione, ci possono essere delle richieste di tempo di stabilizzazione, ad esempio nelle modalità PLL, che vanno considerati.
La piccola fatica di fare questo viene però ripagata dalla possibilità di escludere completamente qualsiasi elemento esterno dell' oscillatore, che è ben comodo sia  nella realizzazione pratica, sia riguardo al costo.

Inoltre, i PIC18F dispongono di un meccanismo che permette la possibilità di commutare tra sorgenti del clock, di cui quella secondaria è prevista a bassa frequenza, quindi a basso consumo. Passando dall' una all' altra, a seconda dell' attività del micro, si può ottenere un deciso risparmio energetico, ottimo per apparecchi alimentati a batteria. Anche in questo caso è necessario consultare con attenzione i fogli dati perchè è necessario commutare alcuni bit sia nel registro di configurazione sia in altri registri speciali sia per rendere disponibile il doppio clock, sia per commutare dall' una all' altra frequenza.

 


 

 

 

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Aggiornato il 05/06/19.