Fa caldo...
Dall' elettrologia elementare sappiamo che una resistenza, attraversata da
una corrente, genera calore per effetto Joule; questa potenza persa in calore
dipende dalla tensione e dalla corrente (1):
Per la Legge di Ohm possiamo scrivere anche, in funzione della resistenza e della
corrente/tensione (2):
P = V * I = R * I2 = V 2/
R |
E' evidente che un aumento dell' energia elettrica (corrente e/o tensione) determina una aumento
dell' energia termica. Così pure, secondo la (2), a parità di resistenza, la
potenza in calore sarà proporzionale al quadrato della corrente o della
tensione.
Questo succede per qualsiasi componente di qualsiasi circuito elettrico:
cavi, morsetti, resistori, transistor, MOSFET,
diodi, LED e perfino i condensatori, dato che tutti esibiscono una certa
resistenza più o meno grande e, attraversati da una corrente, sono
soggetti ad un riscaldamento.
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Alcuni circuiti sono specificamente progettati per generare calore: una
stufa, un fornello, un asciuga capelli, un ferro da stiro. In questi oggetti la produzione di calore è lo scopo della realizzazione e i componenti sono
dimensionati a questo fine.
Il calore, ad esempio nel ferro da stiro, è generato dalla
conversione dell' energia elettrica in energia termica nella
resistenza contenuta nella piastra stirante.
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In generale, però, in un circuito elettrico o elettronico non
specificamente previsto per riscaldare, il progettista sarebbe
assai contento di poter evitare la dissipazione in calore di parte dell' energia
assorbita dall' alimentazione. Infatti, oltre alla perdita di rendimento,
il calore
ha come effetto
l'alterazione delle caratteristiche dei materiali e, se eccessivo, la loro
distruzione. In
particolare, i componenti elettronici, che sono costituiti da masse molto ridotte, sono particolarmente sensibili ad un eccesso di calore, che li danneggia irrimediabilmente. Si può
anzi dire che:
l'affidabilità e la durata della vita di un qualunque dispositivo
elettronico a semiconduttore è inversamente proporzionale alla temperatura
raggiunta dal silicio. |
Alcuni studi rilevano che una riduzione della temperatura di 5 °C
o 10 °C origina un raddoppio della vita prevista del componente ed il
contrario la dimezza. E' utile, quindi, mantenere più bassa possibile la temperatura.
Questo vale non solo per i semiconduttori, ma per qualsiasi materiale: quanto più "freddo"
è il componente
tanto più si vuole realizzare qualcosa di affidabile sulla lunga durata.
Ma che cosa si intende per "caldo" e "freddo" ?
Spendiamo, allora, qualche parola per cercare di definire alcuni concetti
collegati al calore.
Il calore
Innanzitutto cosa è il calore?
Secondo la Fisica il
calore è "un trasferimento di energia termica tra un sistema e il suo ambiente
a causa di una differenza di temperatura o di un cambiamento di fase".
Dalla definizione, almeno, ricaviamo due importanti punti di partenza:
-
il calore è una forma di energia, detta energia termica,
-
e ha la facoltà di trasferirsi da un ambiente, o materiale, all'
altro.
Ne possiamo derivare due ulteriori considerazioni:
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L' energia termica può passare da un corpo che ne ha in eccesso (corpo
caldo) verso uno freddo, ovvero che ha meno energia disponibile.
Anche qui la
tendenza generale della natura pare quella di ottenere una situazione di equilibrio.
Un accumulo di energia
termica in un corpo ne aumenta la temperatura.
E la temperatura è il fattore con cui
valutiamo quanto un corpo sia caldo o freddo, ovvero dotato di energia termica.
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Va compreso bene che "caldo" e "freddo", al di là di
sensazioni del tutto soggettive, vanno intese come situazioni energetiche relative. Acqua alla temperatura di 50°C sarà "calda" al tatto, ma
decisamente fredda rispetto ad una fiamma, la cui temperatura arriva
facilmente a 1000 e più gradi. "Scotta !" o "è caldo" non sono certo definizioni
scientifiche, anche se è significative. A seconda della situazione della pelle, un
corpo a 50-60°C ci dà l' impressione di una temperatura molto elevata, ma
questi valori sono ancora ben lontani dalle temperature che possono
raggiungere, ad esempio, vari componenti elettronici (75-100°C e più).
Così, in inverno, l' ambiente a 5°C lo riteniamo "freddo",
mentre al polo si arriva tranquillamente a -40°C.
Occorre tenere ben presente che la sensazione di "caldo" o di "freddo" che si prova toccando un corpo è determinata
non solo dalla sua temperatura, ma anche dalla sua conducibilità termica
e da numerosi altri fattori individuali. Ad
esempio, una mano abituata al lavoro manuale, avrà una pelle più spessa di
quella di un bambino e percepirà meno bene il calore. E quella
temperatura che per noi può essere ritenuta "molto calda", in altre
situazioni è "molto fredda". Inoltre, entro certi limiti è possibile confrontare al tatto le temperature relative di
vari corpi e dire se sono caldi, freddi oppure uno è più caldo dell' altro,
ma è impossibile darne una valutazione assoluta.
E' anche impossibile dare valutazioni relative in molti casi, senza una
adatta strumentazione: una superficie
di metallo, a temperatura ambiente, darà un senso di minore calore di una
superficie di plastica o legno. Eppure entrambe hanno la stessa temperatura
dell' ambiente. La diversa sensazione deriva dalla diversa conducibilità termica dei due
materiali: il metallo, buon conduttore termico, rende facile il passaggio del
calore della pelle; la plastica, cattivo conduttore termico, no.
Quindi, nel primo caso, la pelle, che ha temperatura maggiore dell' ambiente,
cede il suo calore al metallo, generando la sensazione di freddo (perdita del
calore). Nel contatto con il materiale sintetico o il legno, la differenza di
temperatura pelle-ambiente c'è sempre, ma il calore non riesce a passare
dalla pelle all' oggetto in quanto esso oppone una forte resistenza al
passaggio dell' energia termica. Dunque, noi non possiamo essere, con i nostri
sensi, un sistema di riferimento per la temperatura, se non per quanto
riguarda le condizioni di benessere fisiologico.
Nel valutare i fenomeni legati al "caldo" e al
"freddo", dunque, occorre una certa attenzione, perchè ne possono far parte numerosi aspetti di non
immediata individuazione: il calore ed i fenomeni ad esso collegati possono essere anche molto
complessi e non immediatamente evidenti, ma con una certa
chiarezza dei principi è facile comprenderli.
Per ora teniamo in considerazione questi punti:
- il calore è energia
- la temperatura va considerata come indicatore della quantità di energia termica
posseduta da un corpo o un ambiente
- definiamo caldo un corpo che possiede maggiore energia termica
rispetto ad uno che ne possiede di meno e che, per confronto, definiamo
freddo. Caldo e freddo sono relativi
- il calore è un flusso di energia che scorre dal punto più caldo a
quello più freddo
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