Alcune note
La resistenza termica fornita dal costruttore per un radiatore
commerciale è un dato reale solamente se il radiatore è impiegato nel modo
migliore.
Per chi vuole avere una idea di quanto realizza l' industria ed è disponibile
sul mercato, uno sguardo ai siti dei costruttori di sistemi di raffreddamento
per componenti elettronici è senz'altro di grande interesse.
Qui, piuttosto, diamo qualche idea generale.
La resistenza termica di un dissipatore di calore è determinata da:
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le dimensioni (superficie, spessore)
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la forma
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il materiale (rame, alluminio, lega effettivamente
utilizzata, ecc)
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il colore (lucido, opaco, nero)
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lo stato della superficie (pulito, sporco, grasso,
polvere, ossidato, ecc)
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l'orientamento rispetto al flusso d' aria
ottimale
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la differenza di temperatura con l' ambiente
Tutti questi elementi contribuiscono a variare anche in modo
molto significativo il trasferimento del calore dal dispositivo all'
ambiente.
Punto 7. Quando si tratta di scambio termico, si fa
riferimento al differenziale di temperatura tra la parte calda e quella fredda.
Quanto più la temperatura ambiente è minore di quella del radiatore, tanto
migliore sarà il passaggio del calore e viceversa. Possiamo semplificare la
teoria dicendo che la resistenza termica non è una costante, ma è inversamente proporzionale alla differenza di temperatura tra il dissipatore e ambiente.
Però, nel contempo, è nostro interesse mantenere quanto più basso possibile
il calore del dispositivo e questo vuol dire che l' ambiente, dove si scarica
il calore, potrà assumere una temperatura massima oltre la quale lo scambio
termico diventa poco efficace. La temperatura della giornata non dipende da
noi, ma da noi dipende il posizionare una apparecchiatura al sole o in ombra;
e, se chiusa in un contenitore, dotarla di adeguata circolazione di aria con
l' ambiente, ecc.
Punto 6. L' aria calda sale (è più leggera di quella
fredda) per cui un movimento naturale del calore è quello dal basso verso l'
alto. Un dissipatore con l' alettatura posta in verticale sarà in condizioni
migliori di uno orizzontale.
Il montaggio all'esterno della scatola dell' apparecchiatura sarà preferibile
a quello interno. Il montaggio su circuito stampato probabilmente ridurrà la
superficie utile di contatto con l' aria e un montaggio stretto sullo stampato
lo riscalderà, anche se è possibile utilizzare la superficie esposta dello
stampato come scambiatore termico.
La performance di un dissipatore di calore è, approssimativamente, proporzionale alla radice quadrata della
superficie nella direzione parallela al flusso dell' aria e alla quantità di
questo flusso. Se non è sufficiente la convezione naturale, si dovrà
ricorrere ad una circolazione di aria forzata.
Punto 5. Il calore passa dalla superficie del
dissipatore all' ambiente per convezione e irraggiamento. Se la superficie è
sporca o coperta di polvere, la conduzione termica viene compromessa. Una
manutenzione dei dissipatori è essenziale in ambienti polverosi.
Punto 4. Anche il colore ha importanza. Alluminio nudo
o anodizzato nero sono una ottima soluzione, mentre colori diversi,
anche se piacevoli alla vista, sono qualitativamente inferiori, dato che il
nero è il colore che consente la massima diffusione del calore per
irraggiamento. Assolutamente da non considerare superfici verniciate, dato che le vernici,
plastiche, hanno pessime
caratteristiche termiche.
Punto 3. Rame e alluminio sono i più utilizzati, dato il buon rapporto
costo/conducibilità termica (anche oro o argento andrebbero bene, però...).
Meno bene il ferro e le sue leghe.
Punto 2. La forma è molto importante, sia per
determinare un buon rapporto tra volume e superficie, sia per permettere al
calore di passare tutto all' ambiente in modo efficace. In questo senso ha una
importanza non trascurabile la posizione in cui è fissato il dispositivo
caldo al dissipatore: essa deve essere quanto più possibile centrale e
simmetrica.
Punti 1. Certamente la superficie di scambio del calore
è determinante: maggiore è la superficie, minore sarà la resistenza
termica. Va però ricordato che occorre anche un giusto rapporto tra le
dimensioni del dispositivo caldo e la superficie radiante; certamente 1 m2
è più efficace di 0.5 m2, ma se applichiamo un piccolo TO-220 ad
una superficie piana di 1 m2 otteniamo la stessa efficacia di una
superficie minore. Infatti il calore vicino al dispositivo sarà elevato, con
un buon gradiente termico verso l' ambiente, ma aumentando la distanza, esso
si riduce (dato che c'è una "caduta di tensione" termica nella
resistenza del materiale) per cui l' efficacia si annulla ad una certa distnza.
Ed è altrettanto inutile aumentare drammaticamente lo spessore: una aumento
dello spessore costituisce una aumento del "canale" in cui il calore
può passare, ma, nello stesso tempo, aumenta significativamente l' inerzia
termica, ovvero accumula calore che poi si libererà lentamente. Un grosso
spessore potrà essere adeguato se si devono smaltire impulsi di energia tra i
quali c'è il tempo perchè il dissipatore possa fare questo.
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Va tenuto presente che alcuni componenti
esibiscono sezioni spropositate dei terminali perchè prevedono il raffreddamento attraverso
questi, ad esempio i diodi in contenitore cilindrico plastico.
Un esempio nella foto a lato, dove una coppia di diodi in
contenitore cilindrico viene collegata all' aletta di raffreddamento
utilizzando i terminali; non si tratta certo della soluzione migliore,
ma, volendo "strizzare" il possibile da quei componenti, non
c'era altra via. |
Più seriamente, vediamo a fianco un doppio diodo in TO-220
fissato al dissipatore attraverso con un pad di isolamento; qui la forma
stessa del package ne permette un facile ed efficace collegamento al sistema
di raffreddamento.
In ogni caso, se si pensa di sfruttare
il componente dal punto di vista termico, è opportuno valutare che i
terminali non vanno rasati a zero, ma devono restare sufficientemente
lunghi. Volendo forzare questi componenti, la soluzione è quella di saldarli
sul dissipatore, come in foto.
Tenere ben presente che componenti caldi, sia semiconduttori che resistenze,
non dovranno essere posizionati aderenti al circuito, ma sollevati in modo da
consentire il passaggio dell' aria su ogni lato ed evitare carbonizzazione del
circuito stampato stesso a causa dell' accumulo di calore.
Altri componenti prevedono il raffreddamento attraverso il
circuito stampato, come alcuni chip audio (es. TEA2025B) o chip in SOT-223 o SO
con superficie metallica inferiore, D-PAC (TO-252) e simili SMD. In questi casi
è difficile o impossibile applicare sistemi di raffreddamento diversi da
quelli previsti dal costruttore.
Non è pratico collegare un piccolo componente ad un dissipatore di
calore se questo non è fissato stabilmente al circuito stampato o ad un supporto: il peso
e le vibrazioni non devono essere scaricate sui terminali del componente,
sopratutto se si prevede un uso portatile o, peggio ancora, veicolare, dell'
apparecchio.
Inoltre la maggior parte dei piccoli componenti non è
costruita per essere
collegata ad un dissipatore e non ha una buona via per portare il calore all'
esterno. Quindi, in generale, non è una buona pratica, anche se certamente
possibile, quella di forzare TO-92
o DIP-8 aggiungendo dissipatori incollati.
Un altra situazione da evitare è quella di mettere vicino ai
punti caldi componenti che temono il calore, come ad esempio condensatori
elettrolitici. Se necessario, utilizzate le versioni 85°C, o meglio, 105°C.
Altrettanto si può dire di sorgenti di tensione di riferimento, generatori di
corrente costante o resistenze di partitori, che possono variare le loro
caratteristiche con la temperatura.
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