LCD con caratteri a matrice
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La retro illuminazione
La retro illuminazione
non è una funzione del controller di un display LCD
a caratteri, in quanto la sua presenza dipende dalla tecnologia del
display.
Necessiteranno di retro illuminazione i display trasmissivi e quelli
transriflettivi, ma non quelli riflettivi, che utilizzano la luce ambientale.
Esistono modelli con
illuminazione generata da fonti diverse
-
LED che sono impiegati nella maggior parte
dei piccoli display monocromatici a caratteri.
Si utilizzano uno o più LED a luce bianca, giallo/verde, ambra,
blu, rossa o anche LED a colore variabile o RGB. La vita di un LED è
molto lunga (anche 100kh), ma richiedono che la corrente di alimentazione
non superi il massimo stabilito e, rispetto al consumo del modulo, si
tratta di una percentuale molto alta.
-
a pellicola elettroluminescente (EL), non
molto comuni per i piccoli display. Questa opzione deriva dal fatto che il consumo di corrente
per grossi display può essere molto minore che con i LED, ma richiede un inverter aggiuntivo per la generazione dell'alta tensione necessari all' EL
(tipico è 8 mA @ 100 Vca, 400 Hz).
La vita di questa sorgente di luce può risultare minore di quella dei LED
(2000-6000h). La luce prodotta però è morbida e può essere colorata variamente.
Sono impiegati di solito con modelli transriflettivi.
-
CFL che dà una luce estremamente intensa ed una
durata di vita molto lunga (10k-20kh). Per contro, anche in questo caso, occorre un
inverter abbastanza complesso per pilotare la lampada.
Questo sistema è usato per pannelli di medie/grandi dimensioni che devono
essere visibili in forte luce ambiente e per pannelli
a colori.
I LED di
retro illuminazione variano a seconda dei modelli e sono contenuti solitamente in un supporto di plastica
translucida che ne migliora l' effetto.
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Sono posizionati al di sotto del pannello LCD vero e proprio e la luce
prodotta attraversa le aree trasparenti del liquido nematico, generando
punti luminosi su sfondo scuro o dando luce diffusa allo sfondo su cui i
punti appaiono più scuri.
Possono essere assemblati ai bordi del pannello, come nell' immagine a
lato (dalla documentazione del sito di Powertip,
ricco di informazioni tecniche) |
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Un' altra alternativa pone i LED, montati sempre al di sotto del
pannnelo, ma come un array di elementi SMD. La luce si diffonde in
maniera più uniforme. (immagine dalla documentazione del sito di Powertip).
Le necessità di corrente per le due soluzioni possono essere assai
differenti, solitamente maggiori per gli array. |
Va ribadito che, anche se alcuni controller contengono nel set di
istruzioni la possibilità di regolare il contrasto (perchè si tratta di
variare rapporti di tensione interni al controller stesso),
la retro illuminazione
non fa parte delle funzioni gestite dal controller |
e non ha nulla a che fare con il contrasto.
Il contrasto modifica il rapporto chiaro/scuro tra i punti attivi e il fondo;
la retro illuminazione rende visibili le aree attive nelle tecnologie o nei
casi in cui la luce ambiente sia insufficiente per percepire con chiarezza i
caratteri.Si tratta semplicemente di una sorgente luminosa esterna al
pannello LCD, che è
compito dell' utente governare, accendendola o spegnendola o regolandone l'
intensita (ad esempio con un PWM) come richiede l' applicazione.
La tensione di alimentazione della retro illuminazione è, in genere, la stessa del
pannello: molti modelli dispongono sul circuito stampato di pad cortocircuitabili per
collegare direttamente i LED all' alimentazione senza richiedere altri pin al
connettore o per collegare variamente A e K del LED alle linee di
alimentazione principali.
E' però possibile utilizzare una diversa fonte di tensione, dato che sono
accessibili entrambe le estremità del LED. Questa opzione può essere sensata
quando si ha a che fare con retro illuminazioni che assorbono anche 240 mA,
mentre il microcontroller host ne impiega meno; in tal caso non ha senso
dimensionare lo stabilizzatore di tensione anche per la retro
illuminazione, la cui alimentazione sarà presa a monte dello stesso.
Trattandosi di LED, sarà d' obbligo una resistenza in serie; in
molti casi il costruttore ne posiziona una adeguata direttamente sul circuito
stampato del modulo. In altri casi è lasciato all' utilizzatore il collegare
esternamente al modulo la resistenza adeguata.
La maggior parte dei LED ha una tensione di conduzione
tra 1.7 e 2.2 V, ma quelli bianchi possono arrivare a 4,2 V e
quindi sono alimentabili solo con
una tensione minima di 5V. Utilizzando tensioni di alimentazione minori, come
3.3 V occorre
verificare che la retro illuminazione sia possibile per quel dato modello di
display. Altrimenti si dovrà cambiare modello o implementare un elevatore
DC/DC.
I display retro illuminati con EL o CFL dispongono di inverter che si avviano
con la tensione di una cella (1.5V) per poter essere utilizzati in dispositivi
alimentati a batteria, ma hanno un consumo che può essere paragonato a quello
dei LED; è ovvio che, per sistemi in cui le tensioni e
i consumi richiesti debbano essere minimi, la scelta ideale è un modulo riflettivo o
transriflettivo senza retro illuminazione.
Infatti, la corrente di retro illuminazione a LED è molte volte maggiore di quella
richiesta dal display stesso e può andare da una ventina a varie centinaia di
milliampere (contro gli 1.5 mA di media di un pannello senza retro
illuminazione)e, in genere proporzionale alla superficie del pannello stesso. Questo può rendere
necessario un controllo remoto della retro illuminazione, che va spenta quando
non necessaria, o regolata secondo la luce ambiente, per ridurre il consumo dell' apparecchiatura.
In generale, però, la retro illuminazione, oltre a migliorare la visibilità dei
caratteri, consente anche effetti qualitativi decisamente più interessanti
che non quelli possibili nei display non retro illuminati, che, solitamente, si limitano a fondi grigio
o giallo/verde con caratteri scuri (per contro, questi ultimi, non richiedendo la
corrente dei LED, sono molto più adatti ad applicazioni portatili e a basso
consumo).
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L' accesso alla retro illuminazione si effettua con il connettore
principale dai pin 15 e 16, ma solitamente sul circuito stampato si
trovano anche/oppure due
piazzole, poste ad una estremità del pannello LCD, sul lato più corto, a cui
collegare l' alimentazione dei LED, come nell' immagine a lato. |
Deve anche essere considerato che alcuni costruttori prevedono la
possibilità di acceso alla retro illuminazione in vari modi.
Nelle foto qui sotto, il particolare ingrandito di un' area predisposta su un
display di Data
Image per modificare, con jumper da chiudere con un punto di
saldatura, il modo di connessione della retro illuminazione.
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Sul circuito stampato è serigrafata una tabella che
riporta le possibili combinazioni:
In questo caso sono possibili 4 diverse opzioni.
- LED collegati direttamente a Vcc/Vss attraverso una resistenza
R9 che trova posto sullo stampato, sia come componente a fori
passanti, sia come SMD.
- Anodo collegato al pin 15 e catodo al pin 16 (default)
- Anodo collegato al pin 16 e catodo al pin 15
- Anodo e catodo scollegati dai pin del connettore principale ed
accessibili solamente dalle connessioni laterali
In questo caso sono chiusi J2/4/6 per la seconda opzione, che è il
default con cui il costruttore consegna il componente. |
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Queste o altre combinazioni dipendono da costruttore e modello del display.
Se non auto documentate, come in questo caso, occorre verificarne la presenza
e le funzioni sul foglio dati del componente.
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Per curiosità, la riga più bassa della tabella indica la
possibilità di collegare a massa le asole metallizate del circuito
stampato, con finalità anti elettricità
statica.
Questa connessione va effettuata se il modulo è inserito in un
contenitore metallico che può essere connesso alla massa dell'
alimentazione.
Allo scopo di evitare problemi con le cariche elettrostatiche che
sono presenti anche solo sul corpo dell' utilizzatore e con livelli di
tensione tali da danneggiare sia l' LCD, sia la sua elettronica di
controllo, il frame metallico che serve a mantenere il pannello LCD
connesso al circuito stampato è mantenuto connesso alla massa dalle
linguette di fissaggio. Esse sono torte in corrispondenza di
piazzole metallizzate per il miglior contatto e collegate alla Vss del
display, come visbiile nell' ingrandimento a lato, sopra il J9. |
Non è detto, però, che queste opzioni siano presenti o, caso comune, che
siano documentate.
Il colore
Il colore della retro illuminazione gioca principalmente nel determinare
come si presenterà il pannello. Variando questo e il colore del liquido
dielettrico si può ottenere una certa varietà di pannelli anche nell'
ambito del monocromatico.
Se, in generale, i display riflettivi hanno lo sfondo grigio/gialli verde e i
caratteri scuri, o viceversa, la presenza di LED di retro illuminazione amplia
la gamma dei colori disponibili.
Per il colore del fondo:
- Giallo verde
- Grigio
- Blu
- Rosso
- Scuro
- Ambra
Per la retro illuminazione
- bianco
- giallo/verde, che è quella solitamente con consumo maggiore
- verde
- blu
- ambra, che è quella solitamente con tensione di conduzione del LED
minore
- rosso
- verde e rosso commutabili
- LED tricolore
- LED RGB
A questo proposito il DOG-Simulator
di Electronic Assembly, più che tante parole, offre una buona idea delle possibili alternative,
tenendo presente che non tutti i modelli sono disponibili in tutte le colorazioni e
non tutti i costruttori hanno la stessa gamma.
Come pilotare la retro illuminazione.
Dove si tratta semplicemente di LED non occorre altro che decidere se la
retro illuminazione sarà sempre attiva oppure è richiesto un comando remoto.
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La soluzione più semplice prevede di inserire in serie al LED una
resistenza di limitazione come indicato dal costruttore.
Il suo valore dipende dalla tensione di alimentazione utilizzata:
solitamente sarà la stessa che alimenta il display, ma, se i pin A e
K del LED sono accessibili separatamente, si potrà utilizzare anche
una qualsiasi altra tensione disponibile, calcolando opportunamente il
valore della RS. |
La resistenza in serie al LED è assolutamente
indispensabile per limitare la corrente.
Collegando
direttamente alla tensione di alimentazione i terminali del
LED, senza la resistenza serie, se ne provoca l' immediata
distruzione !!!
A questo punto una riparazione del pannello è
molto difficoltosa, se non impossibile, e l' oggetto è da
buttare. |
In particolare, è opportuno verificare se il display ha le opzioni
di connessione sul circuito stampato, come nell' esempio più sopra;
se fortuitamente si tratta di un pezzo recuperato da una apparecchiatura
o dal surplus, è possibile che le connessioni non siano posizionate
sullo standard (A e K ai pin 15 e 16), ma siano differenti a seconda
delle specifiche dell' OEM che utilizzava il componente.
Questa resistenza, in alcuni modelli può trovare posto, o esiste già, sul circuito
stampato come componente SMD. Questo rende più semplice l' uso del
modulo. Questa caratteristica, però, è comune solo ad alcuni
modelli, mentre nella maggior parte dei casi va
aggiunta esternamente, per cui è sempre obbligo una lettura del foglio dati.
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Ad esempio, qui vediamo un particolare ingrandito del
circuito stampato di un modulo 16 caratteri per due linee.
Sul lato sinistro si notano le due piazzole dove è
possibile accedere ad anodo e catodo dei LED di retro
illuminazione.
Ma a fianco il jumper J2, qui chiuso con una saldatura,
esclude dalla serie con i LED le piazzole dove è possibile
saldare una R8 o R7, SMD, ovvero la resistenza di limitazione
serie.
Aprendo la saldatura, quindi, sarebbe possibile installare
direttamente sul circuito stampato la Rs di limitazione della
corrente nei LED senza cablare un componente esterno al
circuito stampato del display.
Si tratta di una opzione non documentata dai fogli dati del
componente. |
Il valore di RS può variare tra 1 e 100 ohm e una
indicazione per la scelta viene dalla consultazione del foglio dati. Vediamo le caratteristiche di alcuni
moduli :
Produttore /modello |
Vled
[V] |
Iled
[mA] |
RS
[ohm] |
Note |
Newhaven
NHD-0216K1Z-NSW-BBW-L |
5 |
16 |
- |
Resistenza già cablata on
board |
Newhaven
NHD-0108CZ-FL-GBW |
4.2 |
100 |
8 |
Retro illuminazione
giallo/verde |
Newhaven
NHD-0108CZ-FSW-GBW-3V3 |
3 |
30 |
- |
Display alimentato a 3V
Resistenza già cablata on board |
Displaytech
164A-BC-BC-6LP |
1.8 |
20 |
160 |
Retro illuminazione ambra |
Displaytech
164A-BC-BC-5LP(3LP/4LP) |
3.4 |
20 |
80 |
Retro illuminazione verde (blu/bianco) |
Powertip
PC 1202-A |
4.2 |
40 (80) |
20 (10) |
Corrente dipendente dai LED in modo
edge o array |
Powertip
PC 2004-A |
4.2 |
280 |
2.8 |
LED array con un consumo elevato |
Come abbiamo detto, ed è ragionevole sospettare, la corrente della retro
illuminazione a LED aumenta con l' aumentare della superficie del
pannello, ma varia anche con la disposizione dei LED, edge o array, e
con il loro colore, tutti particolari che dovranno essere
considerati se si intende utilizzare il pannello in circuiti alimentati
con meno di 5V e/o in circuiti in cui è necessario un risparmio
energetico.
La tabella seguente riporta, come esempio, i valori consigliati da
EA per la
retro illuminazione dei suoi modelli DOG a seconda del colore
dei LED e del modo di connessione.
Colore |
Tensione |
Collegamento |
Corrente |
RS |
@
3.3V |
@
5V |
Giallo/verde |
2.2 V |
parallelo |
80 mA |
14 ohm |
35 ohm |
4.4 V |
serie |
40 mA |
- |
15 ohm |
Blu |
3.2 V |
parallelo |
60 mA |
1.6 ohm |
30 ohm |
6.4 V |
serie |
30 mA |
- |
- |
Ambra |
2.4 V |
parallelo |
80 mA |
11 ohm |
32 ohm |
4.8 V |
serie |
40 mA |
- |
5 ohm |
Rosso |
2.1 V |
parallelo |
80 mA |
15 ohm |
36 ohm |
4.2 V |
serie |
40 mA |
- |
20 ohm |
RGB |
4.0 V |
3 LED |
125 mA |
- |
3x 24 ohm |
- indica che non è possibile accendere i LED con quella tensione
di alimentazione e occorre un elevatore.
Come abbiamo detto prima, nell' ottica del risparmio energetico sono possibili due scelte:
utilizzare modelli riflettivi, senza retro illuminazione, oppure
comandare la retro illuminazione in remoto, per risparmiare l'energia
necessaria all' accensione dei LED quando il pannello di
visualizzazione non è utilizzato.
Se si desidera comandare il LED, occorre disporre di
un ulteriore pin di I/O sul microcontroller e realizzare un
semplice interruttore in serie.
Alcuni microcontroller dispongono di uscite open drain (per
i PIC solitamente è RA4) che possono pilotare
direttamente correnti fino a 20-25 mA con il catodo del LED collegato
al pine e l' anodo alla Vdd. Ma anche gli altri pin, nel limite della
loro possibilità di corrente (per i PIC 25 mA), possono
pilotare il LED di retro illuminazione dei piccoli display nel range
8-20 mA.
Per correnti maggiori, o se non si vuole stressare il
microcontroller con troppa corrente direttamente rogata dai pin,
oppure la sorgente di tensione del LED non è la Vdd, occorrerà
utilizzare un buffer |
Ad esempio una semplice configurazione open collector con un comune
transistor NPN. La scelta del transistor dipende dalla corrente da comandare.
Solitamente si tratta di poche decine e un paio di centinaia di mA, per cui elementi generici
come 2N4401, 2N2222 e simili vanno più che bene. Se si ha a che
fare con molte centinaia di mA si potrà usare un darlington
genere TIP120/121.
Si potrà usare con vantaggio anche un MOSFET N del genere logic
level gate (2N7000 3 simili), dato che il gate è pilotato da un I/O del microcontroller.
Ovviamente la RS è sempore e comunque indispensabile (se non già integrata nel
display). |
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Il dimensionamento della R1 dipende dalla corrente
assorbita dal LED al collettore e dal guadagno del transistor.
Per saturare transistor general purpose che hanno beta attorno a 100 o
meno si potranno usare valori da 1 a 10 kohm; per transistor di minore
guadagno, anche R1 sarà minore, tenendo presente la corrente massima
erogabile dal pin del microcontroller. L' uso di darlington è
consigliato per pannelli che assorbono varie centinaia di mA.
La R2 ha lo scopo di mantenere il transistor bloccato nel caso in cui
manchi la connessione al microcontroller (10-100kohm), ma può essere
esclusa se questo evento non è previsto.
Nel calcolo della RS occorrerà tenere conto della tensione Vcesat del
transistor, di solito 0.6-0.7V per il silicio.
Se utilizziamo un MOSFET, la R1 sarà solamente una protezione del
gate, da un centinaio di ohm, mentre R2 ha sempre lo scopo di
mantenere off il transistor quando il Px è floating; 10-47k
solitamente sono vaolri adeguati.
Da notare che, con il transistor NPN a emettitore comune, la
tensione di alimentazione del LED potrà essere diversa da quella
della logica. Ad esempio si potrà prelevare la tensione Vcc a monte
dello stabilizzatore per la Vdd, sempre considerando che questa Vcc
non abbia un range di variabilità tale da far superare al LED la
corrente massima. |
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L' interruttore può anche essere high-side, con un PNP.
La differenza tra i due schemi è questa:
- NPN: il LED è acceso con Px = 1
- PNP: il LED è acceso con Px = 0
Inoltre, con il transistor PNP la tensione di alimentazione del LED dovrà
essere quella della logica. |
Qui R1 avrà un valore minimo, qualche centinaio di ohm
al massimo, e R2 potrà essere eliminata o avere valore molto alto
(100k-1M). |
Con un transistor NPN si potrà realizzare anche un inseguitore di
emettitore (emitter follower), che ha guadagno di tensione unitario,
ma richiede una minima corrente di base.
In tal caso:
- il LED è acceso con Px = 1
e la tensione di alimentazione del LED dovrà essere la stessa
della logica di comando. |
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Nei casi di comando con transistor o MOSFET, si potrà utilizzare anche un PWM
sulla base (o gate) per
variare la luminosità della retro illuminazione ed adattarla così alle
diverse intensità della luce ambiente.
Va tenuto presente che un PWM su correnti di molti mA è fonte di rumore elettrico.
Per evitare questo è possibile anche utilizzare un MOSFET come resistenza variabile, pilotandolo con una tensione
continua, generata dal PWM filtrato o da un DAC (alcuni microcontroller incorporano
DAC, per cu può non essere necessario il componente esterno).
Un'altra soluzione, nel caso in cui la tensione di alimentazione dei LED
sia diversa da quella stabilizzata del display, è quella di utilizzare al
posto della RS un generatore di corrente costante, realizzato con un
semplice transistor/diodo oppure con un integrato.
Ovviamente si potrà implementare qualsiasi altra soluzione a seconda delle
tensioni e correnti disponibili e delle prestazioni richieste.
Nei casi di dubbio e in mancanza di documentazione, meglio iniziare
SEMPRE le prove con un a Rs da una cinquantina di ohm in serie: se
il display ha già una resistenza a bordo, l' illuminazione sarà
molto debole. Se il display non ha resistenza, si evita che la
connessione diretta dei LED alla tensione di alimentazione li
distrugga in un istante.
Poi si potrà calibrare la Rs a seconda delle necessità, tenendo
presente che, in generale, una visibilità sufficiente nella maggior
parte degli ambienti si ottiene anche con correnti nei LED molto inferiori a
quella nominale, che probabilmente sarà richiesta solo per
pannelli che devono essere letti in piena luce esterna. |
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