Voltage
divider :
il partitore di tensione
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Partitore per ridurre una tensione di
alimentazione ?
Sembra necessaria anche una qualche parola sul fatto che il partitore non è per nulla adeguato a trattare
potenza, ovvero correnti elevate.
Non è che non sia possibile realizzare un partitore resistivo
"di potenza", ma l' energia persa in calore in questa situazione e
la necessità di utilizzare costosi resistori lo rende una scelta
non sensata.
Ricordiamo che il "partitore" in inglese è un
"voltage divider", un divisore di tensione e non di corrente
o di potenza. Ai capi della R2 possiamo misurare la tensione, ma se preleviamo
una corrente elevata, la situazione diventa critica.
Infatti, se R3 è molto minore di quanto imposto per
R2, la
sua presenza produce una richiesta di corrente pari o maggiore di quella che passa in
R2. Questa corrente dovrà
essere sommata a quella propria del partitore e influirà sulla caduta di
tensione ai capi di R1, aumentandola. E aumentandone la
dissipazione di calore.
Per questa ragione un partitore resistivo non è sicuramente
la migliore idea per risolvere situazioni
in cui il carico assorba una corrente significativa rispetto a quella
richiesta dal partitore stesso.
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Se consideriamo la corrente di ingresso del partitore, essa
sarà la somma della corrente che passa in R1+R2 e di quella che passa in
R1+R3, ovvero
Vin = Iin (R1 + R2||R3)
da cui:
Vout = Iin *
R2||R3
In queste condizioni il rapporto
di divisone del partitore dipenderà dal valore di R3 e non sarà possibile scegliere R1 e R2 a piacere.
Quanto più il valore della corrente di uscita aumenta, ovvero il valore della
R3 si abbassa, tanto più il partitore resistivo diventa improponibile.
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Ad
esempio, se la R3 assorbisse 2A a 5V, ovvero avesse il valore di
2.5 ohm e la
Vin fosse 12V, occorrerebbe una R2 = R3 = 2.5Ω e una
R1 = 1.75Ω, il che
sarebbe assurdo:
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nella R1 circolerebbero ben
4A, con una dissipazione di 28W
-
nella R2 circolerebbero
2A, con una dissipazione di 20W
con una potenza dissipata
totale di 48W
rispetto ai soli 10W richiesti dal carico !
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Se si osserva meglio, in una applicazione in cui è
necessaria essenzialmente non una divisione della tensione, ma una sua
riduzione, una
singola resistenza in serie è più che adeguata.
Infatti, volendo ottenere una tensione
di 5V con un carico di 2A a partire da una tensione di 12V, basterà
creare una caduta di tensione sulla R1 di 7V:
R1 = Vr1 / Iout =
7 / 2 = 3.5 Ω
con una potenza persa di:
Pr1 = Vr1 * Iout =
7 * 2 = 14 W
E' evidente che in un caso del
genere un partitore non ha senso, richiedendo una corrente addizionale,
inutile, nella
R2.
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Va da se che, sia nel caso di un
partitore, sia in quello di una semplice resistenza in serie,
la
corrente assorbita dal carico è l' elemento determinante della tensione al
carico.
Infatti, se la corrente assorbita è costante, posso calcolare con
precisione sia gli elementi del partitore, sia il valore della resistenza in
serie.
Ma se la corrente in R3 varia, la caduta su R1 varierà in
corrispondenza,
dato che nessuna delle due configurazioni, utilizzando solo componenti
passivi, fornirà una qualche stabilizzazione. In compenso, si avrà una
perdita di potenza sulla resistenza serie o su entrambe nel caso del
partitore.
Dunque, a meno di dover alimentare un carico veramente insensibile alle
variazioni della tensione, un trattamento della potenza attraverso soli
componenti passivi è semplice, sì, ma raramente sensato.
Una riduzione della tensione di
alimentazione per un qualsiasi carico con corrente variabile, in continua sarà validamente
ottenuta con un regolatore di tensione lineare, o meglio, switch
mode.
Invece, dove si abbia a che fare con alimentazioni in correnti alternate, il partitore resistivo
sarà validamente sostituito da un trasformatore, o autotrasformatore.
Diciamo quindi che
la semplice configurazione del partitore resistivo è applicabile
vantaggiosamente in situazioni dove si tratta di ripartire tensioni e non
correnti,
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come ingressi per sensori,
moduli ADC, segnali audio, comparatori, strumentazione, misure e simili. Ovvero in situazioni in cui le
correnti di carico sono piccole, tali da non determinare cadute di
tensione significative sulle resistenze.
Se è necessario un divisore, o ripartitore, di
corrente,
i calcoli andranno fatti rispetto a queste, utilizzando la Legge di Ohm e
i Principi di Kirchhoff.
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