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La conversione AD


Digitale e Analogico

Occorre allora avere ben chiare due definizioni:

  • Analogico: viene chiamato analogica una grandezza i cui valori sono continui. Così, se prendiamo in considerazione un certo intervallo di tempo, il valore varia da A a B attraverso un numero infinito di passi.
    Ad esempio, un piano inclinato porta dal livello A al livello B in modo continuo.
    Analogica è l' incisione della musica in un disco di vinile.
     
  • Digitale : viene riferito a quanto è rappresentabile con numeri finiti. Il nome deriva deriva dall' inglese digit, che significa cifra, che a sua volta deriva dal latino digitus, che significa dito (inteso come mezzo più semplice di supporto al contare).
    Digitale è contrapposto ad analogico, cioè il numerabile al non numerabile. 
    Se vogliamo visualizzare un esempio pratico, "digitale" è una scala che porta dal livello A al livello B attraverso un dato numero di gradini, mentre "analogicamente" avremmo lo stesso passaggio dal livello A a quello B attraverso un piano inclinato. 
    Digitale è l'incisione della musica in un CDROM.

Nell' esempio della scala e del piano inclinato abbiamo l' essenza della differenza tra digitale ed analogico.
Per andare da A a B:

  • Digitale si muove per passi (step, gradini), come su una scala

  • Analogico fluisce con continuità, come un piano inclinato. 

Per passare dal livello A al livello A3, la scala ha tre gradini di altezza ben definita, ai livelli A1, A2, A3; non ci sono possibilità intermedie. Per lo stesso percorso, sul piano inclinato sono possibili tutti i punti del segmento tra A e A3. 

Ma quello che è importante considerare è che

entrambi i mezzi sono utilizzabili per passare dal livello A a quello B,

quindi sono alternativi quando li impieghiamo in un determinato ambito pratico. E questo ci consente di utilizzare i sistemi digitali per il controllo di grandezze analogiche attraverso l' impiego di elaboratori (microprocesori, microcontroller, ecc.), i quali operano su grandezze digitali.

Sappiamo che la risoluzione numerica di un elaboratore dipende dal numero dei bit utilizzati: con 8 bit, ad esempio, potrò rappresentare (codificare) numeri interi da 0 a 255 (28 = 256), oppure numeri tra -128 e +127 se si utilizzano codifiche per numeri con segno, ma non gli infiniti valori frazionari tra uno e l' altro intero; per tornare all' esempio precedente, con 8 bit la mia scala avrà 256 gradini.
Per poter rappresentare numeri con definizione maggiore si rende necessario utilizzare un numero maggiore di bit; ad esempio, con 16 bit il limite si sposta a 65535 e così via. (Informazioni dettagliate sui sistemi numerici qui.)

Per comprendere meglio il concetto, facciamo un esempio.
Una tensione varia tra 0 e 8V e sono disponibili sul sistema digitale 3 bit per rappresentare il valore della tensione. 
Questa, analogica, potrà assumere qualsiasi valore tra 0 e 8 V, ad esempio 1 o 3,456 o 7,62 V, ecc.
Ma il convertitore in uscita disporrà solamente di 3 bit per rappresentare il numero corrispondente al risultato della conversione. 
Poichè 23 = 8, sono possibili solo 8 valori digitali in corrispondenza degli infiniti valori analogici.

Quindi, a fronte di un "piano inclinato" analogico, abbiamo una scala "digitale" di 8 gradini.
Se pensiamo egualmente spaziati i "gradini" digitali, distanti 1 V uno dall' altro, abbiamo che:

Tensione ingresso
[V]
Uscita digitale
3 bit
Vin < 1 000
1 Vin < 2 001
2 Vin < 3 010
3 Vin < 4 011
4 Vin < 5 100
5 Vin < 6 101
6 Vin < 7 110
7 Vin < 8 111

Un valore di ingresso di 0.1 o 0.5 o 0.98 V darà come uscita sempre 000 in uscita.
Un valore di ingresso di  6.2 o 6.53 o 6.8 V darà sempre una uscita digitale di 110. E così via.
Ovvero andrà persa una parte della  dinamica dei valori di ingresso. Se vogliamo un esempio meccanico, è come misurare una lunghezza con un righello che abbia la minima divisione in cm: i millimetri non potranno essere apprezzati. Per una definizione maggiore dovrò aumentare le divisioni della scala, con i mezzi centimetri, i millimetri e così via.

E' molto importante fermarsi un attimo e considerare che tutto questo non ha nulla di strano o sorprendente dato che, in effetti, anche la definizione di un numero "analogico" dipende dalle cifre che ho a disposizione per rappresentarlo
Così, certamente i numeri tra 1 e 2 sono infiniti, ma se ho solo due cifre disponibili per la rappresentazione, potrò scrivere

 1   1,1   1,2   1,3   1,4   1,5 

ecc., ma non 1,12 o 1,253, che richiedono rispettivamente 3 e 4 cifre.

Dunque basterà aumentare il numero degli scalini (bit) in cui è resa la conversione e si aumenterà la definizione. Con un numero molto elevato di gradini, tendente all' infinito, eguaglierò la retta.

Ovviamente un numero infinito di gradini è irrealizzabile nella pratica e non avrebbe neppure senso. Perchè ? Perchè se, teoricamente, gli elementi sono infiniti, occorre avere ben presente che, all' atto pratico, le nostre misure sono tutte "finite" e soggette ad un certo errore.

E la dipendenza dal metodo di misura e dagli strumenti usati è fondamentale.
Con l' esempio del righello, potrò riportare divisioni al mezzo millimetro e non oltre. Per risoluzioni maggiori occorrerà un calibro; per una maggiore definizione un micrometro e certamente per un geometra basterà un metro laser preciso al centimetro e non certo un microscopio elettronico: anche se questo permette di apprezzare milionesimi di millimetro, una simile precisione non serve (e non è neppure applicabile) per costruire una casa.

In ogni caso, una rappresentazione digitale di una grandezza analogica è sempre e comunque una rappresentazione approssimata, approssimata all' ampiezza del "gradino" digitale, come lo è la misura di una lunghezza a seconda dello strumento usato per la misura stessa.
Se torniamo all' esempio della scala e del piano inclinato, quanti più gradini avrà la scala (discreta), tanto più si approssimerà ala piano inclinato (continuo): per un numero infinito di gradini le due vie si equivarranno. E tanto minore è il numero dei gradini tanto più grossolana sarà l' approssimazione.

Insistiamo a chiarire che questo, se a prima vista pare un grosso difetto, in generale non lo è, in quanto 

basta che l' approssimazione dell' informazione sia adeguata all' uso che se ne vuol fare 

ovvero presenti un errore, o approssimazione, minore del massimo accettabile in quella data applicazione. 
Il che vale sia per misure analogiche che digitali. E questa semplice considerazione è quella su cui si basa il trattamento digitale dei dati.

Ad esempio, misurando la temperatura ambiente in casa, la precisione di 1 grado o mezzo grado sarà più che sufficiente e, di conseguenza, sapere che ci sono 27, 82 °C piuttosto che 27,5 °C non ci è di alcuna utilità. Dunque, non serve un termometro di grandissima precisione. Questo potrà essere richiesto nel caso di altre applicazioni. Una definizione di 8 bit permetterà 256 suddivisioni di una scala tra -40 °C e + 80°C, pari a circa mezzo grado.

Inoltre va tenuto conto che una misura priva di approssimazione, anche solo per gli errori relativi al metodo e alla strumentazione di misura, è  impossibile nella pratica; si tratta solo di ridurre l' errore entro i limiti richiesti dall' applicazione. Ne deriva che :

una opportuna approssimazione digitale nella valutazione di una grandezza analogica può essere accettabile praticamente in tutti gli ambiti.

Se devo far rotolare qualcosa dal livello A al livello B, occorrerà che i gradini siano molto fini e il piano inclinato sarà l' ideale. Ma se vado a piedi, scala e piano inclinato sono circa lo stesso: basta che i gradini siano della misura adeguata.


 

 

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Aggiornato il 19/09/11 .