Tutorial - Elettronica

 

Dissipare il calore


Inerzia termica

Possiamo introdurre qui un ulteriore concetto, che è quello di inerzia termica.

Si tratta semplicemente di questo: un corpo che ha assunto una certa quantità di energia termica impiega un certo tempo per passarla all' ambiente. Un po' come un  condensatore che si è caricato impiega un certo tempo a scaricarsi a seconda della resistenza su cui è chiuso.  L’inerzia termica si oppone al passaggio del flusso di calore e ne assorbe una quota, che rilascerà in maniera non immediata. Questo accumulo termico nel materiale termo conduttore contribuisce al mantenimento di una certa stabilità nella temperatura interna.
La quantità di calore accumulabile per unità di massa e la facoltà di cederlo più o meno rapidamente dipendono dalla natura del materiale

Ne abbiamo un esempio semplice facendo scaldare dell' acqua; una volta riscaldata, cessiamo l' apporto del calore e possiamo osservare come il liquido si raffreddi in un certo tempo: ha accumulato calore nella sua massa e lo cede progressivamente all' ambiente, come un condensatore che è stato caricato e si scarica poi su una determinata resistenza.

Nel modello elettrico questo fenomeno lo possiamo rappresentare proprio una capacità:


Nel circuito termico agisce un generatore termico come sorgente di corrente (ad esempio, la giunzione del semiconduttore; le resistenze termiche rappresentano l' opposizione dei materiali rispetto al passaggio del calore.
L'inerzia termica dei materiali nel percorso può essere rappresentato da condensatori.
Qualsiasi materiale assorbe una quantità di calore e lo conserva più o meno bene; questo costituisce la sua capacità transitoria. Dopo questo assorbimento, continuando ad apportare calore, la temperatura aumenta nello stesso modo che di un aumento di tensione ai capi di un condensatore.
Se l' apporto di calore cessa, la quantità di calore contenuta nel materiale impiega un tempo più o meno grande a passare all' ambiente; questo dipende dalle caratteristiche del materiale, dalla forma, ecc.

Nel caso di un semiconduttore abbiamo:

  • la giunzione J  che genera calore. Ha una massa, per quanto piccola, e quindi ha una inerzia termica (Cj).
    Alla giunzione c'è la massima temperatura Tj del circuito
     

  • la giunzione è fissata in un package, o case, il quale presenta una certa resistenza termica Rthjc al passaggio del calore generato nella giunzione. Anche il case ha una massa e quindi accumula calore (Cc). La temperatura al case Tc sarà minore di quella della giunzione (caduta di "tensione" termica= temperatura ai capi della Rthjc).
     

  • il case è connesso al dissipatore, il quale trasmette il calore all' ambiente attraverso il materiale di cui è composto. Esso quindi ha una certa resistenza termica Rthha e una certa inerzia termica Ch.
     

Un modello termico-elettrico alternativo potrebbe essere rappresentato anche con le "capacità" termiche in parallelo alle relative resistenze. Questo modo, però, pur permettendo di ricavare il valore della "capacità" termica equivalente della serie,  non rappresenta correttamente il reale comportamento fisico.
Il modello che inserisce i condensatori tra ciascun nodo della serie e la "massa" termica lo rappresenta meglio, mostrando come il calore accumulato nelle "capacità" vada principalmente a scaricarsi verso la "massa", in parallelo, attraverso le resistenze termiche. Dal punto di vista elettrico, una struttura RC simile è un filtro passa-basso a pi-greco e questo comportamento è, in sostanza, quello reale: un impulso di calore (equivalente ad una frequenza elevata di un segnale elettrico) non si trasmette istantaneamente alla "massa", ma è frenato dalla necessità di caricare le capacità attraverso le resistenze. In altre parole, il calore si "accumula" dove una massa di materiale viene riscaldata, il quale impiega un certo tempo per cedere questa energia termica. 
Si tratta in ogni caso di semplificazioni rispetto ad una situazione reale che coinvolge una ampia gamma di parametri e che può essere oggetto di studi specializzati, ma che dovrebbe essere sufficientemente chiarificatrice.

Possiamo però dire che l' inerzia termica della giunzione è relativamente piccola se confrontata con quella del case o del dissipatore, a causa della differente massa di materiale coinvolto. E, in pratica, in una catena di materiali termicamente conduttori,  l' inerzia termica è determinata essenzialmente dalla massa del materiale che accumula calore. 

Un dissipatore di grosso spessore, con una massa elevata, potrà accumulare forti impulsi di energia termica, ma prima di raffreddarsi richiederà più tempo rispetto ad uno di minore spessore. Per questa ragione le estrusioni di alluminio hanno grossi spessori dove si tratta, a parte problemi di robustezza meccanica, di assorbire impulsi di energia. Per contro, le alettature fitte avranno preferibilmente spessori minimi, in quanto lo scambio con l' aria ambiente avviene in ragione della superficie e non dello spessore.

Va considerata un ulteriore problema: certamente lo scambio con l' aria ambiente avviene in ragione della superficie e quindi sarebbe auspicabile una superficie più ampia possibile.
Il problema è che, aumentando oltre una certa quantità questa superficie, non si ottiene alcun miglioramento dell' efficienza del trasferimento termico.

Questo è facilmente spiegabile: il centro di produzione del calore, il die del semiconduttore, diventa puntiforme rispetto ad una vasta superficie del dissipatore. Ed il materiale del dissipatore ha un certa resistenza termica che, per comodità, nel modello è stata raccolta nella , ma nella pratica si tratta di un parametro distribuito in tutto il materiale. Ne risulta che la temperatura andrà diminuendo a mano a mano che ci si allontana dal die, fino ad equilibrare quella ambientale alla massima distanza. Siccome l' efficienza dello scambio termico dipende dalla differenza di temperatura, a distanza elevata dalla giunzione questo gradiente sarà talmente basso da risultare indifferente.
Quindi è preferibile un dissipatore ben alettato, ma compatto e proporzionato alle dimensioni del package applicato; una riduzione della sua resistenza termica sarà effettuata con aria forzata. Vedi ad esempio i dissipatori delle CPU che hanno piccoli volumi alettati, ma sempre dotati di una ventola. Per abbassare la resistenza termica, dove è possibile, è sempre meglio utilizzare una circolazione di aria forzata piuttosto che ricorrere a dissipatori di dimensioni enormi.

Transistor di grande potenza che sono previsti per lavorare a impulsi su correnti e tensioni elevate, nel foglio dati presentano un diagramma di "impedenza termica". Ad esempio, qui sotto è riprodotto un diagramma di impedenza termica dalla documentazione di IR. Per un aumento di durata determinata (asse x) del tempo di conduzione, questa curva dà un fattore di risposta termica (asse y). Il fattore di risposta termica (o impedenza termica), moltiplicato per la potenza dissipata durante il periodo di conduzione t (cioè la potenza all'interno dell''impulso stesso, non la potenza media su tutto il ciclo), fornisce il valore del picco ripetitivo sulla resistenza termica giunzione-case. La dissipazione di potenza viene calcolata dalla tensione e corrente attraverso il dispositivo durante l'impulso.

Ogni curva indica un diverso duty cycle, ovvero del rapporto tra tempo di on e off. Incrociando la curva relativa al duty con quella della durata dell' impulso di conduzione, si determina sull' asse verticale l' impedenza termica, o, più correttamente, la risposta termica. Questo fattore indica la riduzione della resistenza termica necessaria a dissipare quella potenza. Quanto più breve è il tempo di conduzione, tanto minore sarà la superficie di dissipazione richiesta.
Si noti che per impulsi di circa 20ms la risposta termica diventa uguale alla resistenza termica.

Una conseguenza dell' inerzia termica dei materiali riguarda le misure di temperatura sui semiconduttori. 

L'unica temperatura che ha importanza è quella della giunzione, che è la parte critica del sistema. Sfortunatamente essa si trova all' interno del package e non è possibile raggiungerla. Per inciso, componenti complessi come processori (CPU) e anche microcontroller, che sono sensibili ai problemi termici per la loro elevata complessità e per la delicatezza delle loro funzioni di elaborazione, hanno spesso un sistema di misurazione integrato della temperatura del chip, proprio per permettere una supervisione e un controllo di sicurezza delle condizioni di lavoro.

Data l' inerzia termica maggiore del package, del dissipatore e anche della sonda termometrica, risulta impossibile tracciare variazioni variazioni della temperatura, a meno di utilizzare apparecchiature molto più complesse di un semplice termometro. Come già accennato precedentemente, la massa del sensore di misura de termometro deve essere molto minore della massa dell'oggetto da misurare, altrimenti la sua applicazione introduce un errore nella misura, dato che il sensore assorbirebbe calore, riducendo la temperatura nel punto di applicazione. Inoltre, la massa del sensore impedisce a se stessa di seguire variazioni di temperatura oltre una certa soglia (anche qui, la massa-capacità termica costituisce un filtro passa-basso). 
Occorrerà scegliere con cura il sistema di misura della temperatura in relazione alle reali condizioni di applicazione.


 

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Aggiornato il 01/10/12.