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La conversione AD


Il modulo ADC dei microcontroller

La funzione di conversione analogico- digitale, come abbiamo accennato, diventa essenziale per inserire nel sistema di elaborazione elementi di grandezze esterne e quindi assai spesso viene a far parte della dotazione di periferiche integrate in un microcontroller embedded.

Nel settore che ci interessa, ovvero quello dei microcontroller embedded di Microchip, una ampia parte dei PIC contiene un modulo ADC integrato, con risoluzione tra 8 e 12 bit.

Il vantaggio dell' integrazione riguarda il fatto che il dato in uscita da convertitore è disponibile sul bus delle periferiche e non richiede quindi alcuna azione di interfaccia. 

Ad esempio, in questo PIC è integrato un modulo ADC (indicato con A/D) a 12 bit. dotato di un multplex per effettuare letture su 24 canali di ingresso: numerosi pin di vari port potranno essere configurati sia come I/O digitali sia come ingressi analogici.

Questi ADC integrati possono lavorare con la tensione di alimentazione come tensione di riferimento oppure utilizzare una tensione di riferimento esterna.

Una delle tipologie più utilizzate in questi casi di integrazione è quella cosiddetta SAR, in quanto consente un buon compromesso fra velocità di conversione e risoluzione, tra costo e complessità circuitale.

Si tratta di convertitori con un numero di bit variabile tra 8 e 14, con frequenza di campionamento degli 80-200 ksps (kilo samples per second, migliaia di campionamenti al secondo) e la cui realizzazione in tecnologia CMOS consente un basso consumo.
Dato che la nostra trattazione riguarda essenzialmente i convertitori ADC integrati nei microcontroller, vediamo allora come funziona questo convertitore.

 


ADC ad approssimazioni successive (SAR).

Lo schema a blocchi è relativamente semplice:

Il sistema è costituito da:
  • un Sample-and-Hold di ingresso
  • un solo comparatore
  • un DAC (convertitore digitale-analogico)
  • un registro ad approssimazioni successive (SAR)

Il tutto necessita di un clock per far scorrere i dati del registro e di una tensione di riferimento per il DAC.

Il suo funzionamento, apparentemente complesso, si basa su un principio facilmente comprensibile, molto simile quello che viene utilizzato in una semplice bilancia a due piatti. Una bilancia del genere ha in dotazione una serie di pesi campione di valore decrescente, in modo che la loro somma sia pari alla possibilità di pesata della bilancia.. 
Se vogliamo determinare il peso di un oggetto lo poniamo su uno dei due piatti: questo squilibra la bilancia dalla parte del piatto caricato. Ora, cominciamo a mettere i pesi campione sull' altro piatto, partendo, ad esempio, dal maggiore: se questo fa inclinare la bilancia dalla parte del peso, lo si sostituisce con il peso immediatamente inferiore. Se la bilancia si squilibra dalla parte dell' oggetto, aggiungiamo un peso nell' altro piatto. Il peso dell'oggetto e' dato dalla somma dei pesi campione nel piatto.

Un vantaggio evidente rispetto ai convertitori Flash è che non occorre più un comparatore per ogni bit del risultato, ma basta un solo comparatore; a parte l' aumento di complicazione del circuito, un maggior numero di comparatori richiede che tutti abbiano la precisione voluta e che altrettanto per il partitore resistivo, il che aumenta i costi. Inoltre, ci sono problemi realizzativi per array di comparatori molto grandi.
Nel convertitore ad approssimazioni successive basta un solo comparatore di precisione e la definizione maggiore o minore dipende dal numero dei bit del registro digitale, il che è, costruttivamente, più semplice e limitatamente costoso, oltre che di facile integrazione in strutture più complesse, come quelle dei microcontroller embedded.
Per contro, gli ADC SAR sono meno veloci in quanto la conversione dipenderà dal periodo del clock e una maggiore definizione richiederà un maggiore numero di colpi di clock per far scorrere i dati nel registro.
Ovviamente il risultato è tanto più preciso quanto maggiore è il numero delle approssimazioni. E l' errore del risultato digitale rispetto all' ingresso analogico dipende dalla risoluzione della conversione.
Si parla di errore di quantizzazione.


 

 

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Aggiornato il 19/09/11 .